Gli italiani sono entrati nella Fase 2 con quello che potremmo definire un “cauto entusiasmo”, segnato da un diffuso sostegno alla data del 18 maggio scelta per la riapertura di molte attività, da qualche timore che la situazione possa tornare a peggiorare, e da un certo scetticismo – come vedremo – verso le misure prese dal Governo (su tutte, il Decreto Rilancio) per accompagnare tali riaperture.
Vediamo prima di tutto qual è lo “stato di salute” delle forze politiche. La Supermedia dei sondaggi sulle intenzioni di voto questa settimana registra alcune variazioni piuttosto attese ed altre un po’ più sorprendenti. Non sorprende il calo della Lega che, sia pure in misura minore rispetto alle tendenze più recenti, perde ancora un po’ di terreno (-0,3%) rimanendo comunque il primo partito con un vantaggio invariato sul Partito Democratico, che non sembra beneficiare del calo leghista e rimane a 5,4 punti di distanza. Il dato “nuovo” è quello del Movimento 5 Stelle, che perde lo 0,4% interrompendo quel “rimbalzo” che nelle scorse settimane lo aveva riportato sopra il 16% sulla scia della nuova popolarità del premier Giuseppe Conte. In questo modo, Fratelli d’Italia torna a insidiare la terza posizione, facendo segnare il suo nuovo miglior dato di sempre (14,3%) e portandosi a un punto e mezzo dal M5S.
Poiché la nostra Supermedia considera le rilevazioni delle due settimane precedenti, quella di oggi può essere definita come la prima pienamente appartenente alla Fase 2, ossia da quando (4 maggio) è finita la quarantena imposta per quasi due mesi alla gran parte delle attività, produttive e non. Come abbiamo visto, però, per il momento non sembrano apprezzarsi particolari cambiamenti rispetto alle tendenze osservate durante le settimane della Fase 1 (con la possibile eccezione del dato relativo al M5S).
Perché abbiamo definito l’atteggiamento degli italiani quello di un “cauto entusiasmo”, quindi? Intanto, perché il momento scelto per le riaperture [LINK ] di tante attività (lunedì 18 maggio) è stato visto con largo favore, addirittura quasi da 8 italiani su 10 (78%) secondo l’istituto Ixè, un dato in forte aumento rispetto a quello – anch’esso favorevole – rilevato da Ipsos meno di due settimane prima (58%). Insomma, i numeri del bollettino quotidiano sui contagi, ormai in netto miglioramento da settimane, hanno evidentemente suggerito agli italiani che fosse ormai giunto il momento di consentire, se non tutto, almeno buona parte delle attività vietate nei due mesi precedenti, anche per non mettere in crisi ulteriormente l’economia.
Ed è proprio a proposito di economia che si intravede l’altra faccia della medaglia: quella della cautela, per certi versi dello scetticismo. Inevitabile un giudizio sul Decreto Rilancio, tanto atteso quanto ricco di contenuti. Un giudizio tendenzialmente più positivo che negativo: rispetto alle misure previste, si esprimono favorevolmente il 52% degli italiani intervistati da Ixè e SWG, e il 45% di quelli interpellati dall’istituto di Antonio Noto. Ma vi sono dei dubbi sul fatto che si tratti del provvedimento in grado di far ripartire l’economia del Paese: nell’ultimo sondaggio EMG, la pensa così solo il 37%, a fronte di un 37%, perfettamente speculare, che invece reputa il decreto inadeguato o insufficiente.
Come si sa, però, il virus non è (ancora) sconfitto. Ora che le riaperture sono effettive, il rischio è quello di un nuovo aumento dei contagi: è un timore diffuso, e giustificato dalla convinzione che i propri concittadini si comportino in modo meno prudentei del dovuto, una convinzione che secondo Ixè accomuna il 53% degli italiani. Nel sondaggio EMG emerge anche un certo pessimismo, con oltre 6 italiani su 10 che dichiarano come a loro avviso questa minore prudenza renderà “molto” (15%) o “abbastanza” (46%) probabile un nuovo lockdown.
Rischi di un nuovo lockdown, la maggioranza degli intervistati lo ritiene probabile.#agorarai #sondaggi a cura di @FabrizioMasia1 pic.twitter.com/oLiIsHKfG7
— Agorà (@agorarai) May 21, 2020
Il virus, dicevamo, non è ancora sconfitto. Lo sarà, verosimilmente, solo quando sarà stato scoperto, prodotto e diffuso su larga scala un vaccino efficace. Da questo punto di vista, però, sembra che nemmeno il coronavirus sia riuscito a smuovere più di tanto quella fetta di italiani – minoritaria ma ancora consistente – che guarda ai vaccini con scetticismo: secondo EMG, gli italiani che sarebbero favorevoli a rendere obbligatoria tale vaccinazione sono il 54%, ma ben il 33% si opporrebbe a questa decisione; mentre il 63% degli italiani afferma che si vaccinerebbe contro il Covid-19, ma il 21% (più di uno su cinque) dichiara che invece non lo farebbe, con il 16% che si rifugia nella non risposta.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 7 al 20 maggio dagli istituti Demopolis, EMG, Euromedia, Ixè, Noto, Piepoli, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 21 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it