La voce girava ormai da tempo, ma solo con l’ultimo decreto-legge varato dal Governo è arrivata l’ufficialità: il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari si terrà in autunno, uno dei tanti contrattempi causati dall’emergenza coronavirus. Con ogni probabilità (ma qui manca ancora l’atto ufficiale) saranno rinviate anche le elezioni regionali e quelle amministrative, previste per la primavera.
Lo stato di emergenza, che potrebbe durare anche diversi mesi, riduce al lumicino le possibilità di un’interruzione anticipata della legislatura e di nuove elezioni politiche nel breve termine. Tutto ciò contribuisce a rendere sempre meno “conveniente” la battaglia politica ordinaria, e sempre meno rilevanti le istantanee sugli orientamenti politici degli italiani. Nonostante ciò, i sondaggi continuano ad essere realizzati: ed ecco come si presenta la situazione al giorno d’oggi.
Nella nostra Supermedia settimanale (basata come sempre sulle rilevazioni degli ultimi 15 giorni) la Lega continua a perdere leggermente terreno, pur confermandosi la prima forza politica con il 29,1%. Il Partito Democratico resta in seconda posizione, ma torna a salire sopra il 21% per la prima volta da circa sei mesi.
Il Movimento 5 Stelle è insidiato sempre più da vicino da Fratelli d’Italia: i due partiti sono ora separati da 1,3 punti percentuali (14,2% contro 12,9%). Gli altri partiti minori, a cominciare da Forza Italia, restano sostanzialmente stabili, ma con due eccezioni degne di nota: la sinistra (ex LeU) fa un balzo di oltre mezzo punto e supera – sia pure di un soffio – Italia Viva, che perde terreno in misura equivalente scendendo al 3,2%.
Come possiamo leggere queste tendenze recenti? Da un lato, alcune non sono che la prosecuzione di ciò che si vedeva anche prima dell’esplosione della “bomba” coronavirus: ad esempio, il calo della Lega e di Italia Viva e la crescita di Fratelli d’Italia; altre, invece sembrano essere un prodotto del “congelamento politico” in atto nelle ultime settimane, di cui avevamo già descritto le caratteristiche salienti, come il “tamponamento” dell’emorragia di consensi del M5s o la graduale risalita del PD.
Come hanno fatto notare diversi studiosi (come Michele Ainis su “Repubblica” e Mauro Calise sul “Mattino”), il ruolo che la politica sta giocando in questa fase di emergenza, tutto incentrato sui provvedimenti per contrastare la diffusione dell’epidemia o per sostenere l’economia in crisi, fa sì che i partiti tendano ad avere una minore visibilità; per contro, nell’immaginario dei cittadini emergono quei leader che ricoprono responsabilità di governo: nazionale (come il premier Giuseppe Conte o il ministro della Salute Roberto Speranza) o locale (come i presidenti delle Regioni).
Cresce il consenso per Conte e Speranza
La cosa comincia ad emergere anche nelle rilevazioni sul consenso verso queste figure: il Presidente del Consiglio Conte, ad esempio, fa registrare una tendenza positiva in tutte le inchieste demoscopiche più recenti. L’istituto Ixè rileva un 45% di italiani che hanno “molta” o “abbastanza” fiducia verso il premier, in aumento di 5-6 punti nell’ultimo mese; nell’ultimo sondaggio realizzato dalla EMG di Fabrizio Masia, la fiducia verso Conte è salita di 3 punti in una sola settimana (dal 32 al 35 per cento); infine, il dato rilevato dall’istituto Demos di Ilvo Diamanti è quasi clamoroso: gli italiani che promuovono il premier sarebbero aumentati di quasi il 20%, passando dal 52% di febbraio al 71% di oggi; si tratta di un dato molto superiore a quello degli altri due sondaggisti, per il semplice motivo che Demos chiede agli intervistati di dare un voto da 1 a 10 a diversi esponenti politici, e il 71% corrisponde al numero di quanti esprimono un voto dal 6 (sufficienza) in su.
È molto probabile, quindi, che Conte stia ricevendo giudizi positivi anche da molti elettori che non nutrono naturaliter una fiducia “politica” nei suoi confronti (una fetta, come abbiamo visto, anch’essa in espansione nell’ultimo periodo).
Nello stesso sondaggio si segnala un altro notevole balzo in avanti: è quello di Roberto Speranza, ministro della Salute e unico esponente di Governo della sinistra (ex) LeU, che per Demos vede salire in un mese dal 26 al 40% il numero di italiani che ne promuovono l’operato. Ma, con il diminuire del tasso di conflittualità tra le parti tipico delle ultime settimane, sono un po’ tutti gli esponenti politici a guadagnare qualche punto nell’opinione degli italiani.
Il minor tasso di conflittualità esalta chi ricopre un ruolo istituzionale, o comunque adotta uno stile misurato e giudicato più consono all’emergenza che stiamo vivendo, mentre sembra penalizzare le figure maggiormente polarizzanti, come Matteo Salvini e Matteo Renzi. In parte, si può spiegare anche così la flessione della Lega e di Italia Viva, quest’ultima agganciata (e superata) nelle intenzioni di voto da quella sinistra di cui è esponente proprio il ministro Speranza: quasi un paradosso, se si pensa che LeU esiste in Parlamento con i suoi gruppi parlamentari, ma nel Paese i soggetti che furono promotori della lista (Sinistra Italiana, MDP-Articolo 1) sono da tempo tornati a dividersi.
Il 'sentiment' negativo per chi non rispetta le disposizioni
Dai sondaggi più recenti, oltre ai giudizi sugli esponenti politici, emergono anche quelli che gli italiani hanno verso loro stessi – o meglio, verso i propri concittadini. Scopriamo così che la quarantena obbligatoria, che costringe nelle proprie case decine di milioni di italiani, rende ben poco sopportabile il fatto che ci siano altri italiani che (per motivi più o meno impellenti) quella quarantena non la rispettano. Così, secondo la netta maggioranza del campione di intervistati dall’istituto EMG, gli italiani non stanno rispettando a sufficienza le indicazioni date dal Governo e dalle autorità sanitarie sul restare il più possibile a casa propria.
Gli italiani stanno rispettando a sufficienza l'invito di Governo e autorità sanitarie a restare a casa?
— Agorà (@agorarai) March 19, 2020
Le risposte degli intervistati nei nostri #sondaggi a cura di @FabrizioMasia1 #agorarai pic.twitter.com/6aRz893g4Q
Si tratta di un segnale di forte intolleranza verso i comportamenti percepiti come “furbi” o comunque elusivi delle regole che tutti devono rispettare, un’intolleranza “trasversale” alle diverse zone d’Italia, da Nord a Sud (solo nelle Isole prevale la convinzione che i comportamenti generali siano effettivamente rispettosi delle norme).
Ma è anche il segnale di una percezione molto sbilanciata di ciò che sta avvenendo davvero al di fuori delle abitazioni dei cittadini, come ha fatto notare Mattia Feltri su “La Stampa”: se è vero che, dai controlli delle forze dell’ordine, nella settimana dall’11 al 17 marzo, sono risultati non in regola oltre 43 mila italiani, è anche vero che si tratta di una percentuale piuttosto irrisoria rispetto al totale dei controlli (poco più di un milione).
Se un così grande numero di controlli svolti dalle forze dell’ordine è stato effettuato secondo criteri tutto sommato casuali – e non vi è ragione di pensare che non sia così – essi sono da ritenersi alquanto rappresentativi degli italiani che in questi giorni di quarantena sono usciti dalle loro abitazioni: anche questo, a suo modo, è quindi un “sondaggio” sul comportamento dei cittadini. E il fatto che solo una piccolissima parte di questi (circa il 4,2%) sia stato “beccato” a non rispettare le regole potrebbe suggerire che il senso civico dei nostri connazionali in questa fase si stia dimostrando effettivamente più alto di quanto essi stessi abbiano percepito.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 5 al 18 marzo dagli istituti Demos, EMG, Ixè, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 19 marzo sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.