Nel tentativo di “dare una scossa” a una situazione politica dominata dall’emergenza coronavirus – e quindi caratterizzata da un Governo in prima linea e pochissimo spazio per le polemiche da “ordinaria amministrazione” – nelle scorse settimane due leader politici si sono distinti per essere usciti dal coro di unità nazionale rilanciando, più o meno esplicitamente, ipotesi di un cambio di esecutivo: Matteo Salvini e Matteo Renzi. Una scelta che, secondo i sondaggi, non sembra aver pagato.
Nella nostra Supermedia, infatti, sono due i dati che balzano all’occhio. Il primo è quello della Lega, che scende al 29,6%: non accadeva da quasi due anni (luglio 2018) che la Lega facesse registrare – sia pure di poco – un dato inferiore al 30%. Il secondo dato è quello di Italia Viva, che dopo essersi allontanata dal picco del 5% – toccato un mese dopo la sua nascita – oggi scende per la prima volta sotto il 4% (3,8%).
I partiti dei “due Mattei” sembrano quindi scontare l’immagine, data dai rispettivi leader, di costituire un fattore di instabilità, in un momento in cui gli italiani – come vedremo – chiedono unità e responsabilità alle forze politiche.
Continua a crescere – e ormai non è più una novità – Fratelli d’Italia, che nella classifica delle liste si porta a meno di due punti dalla terza posizione, tuttora occupata dal Movimento 5 Stelle. Anche il M5S questa settimana fa registrare una variazione di segno positivo, così come il Pd.
Il mezzo punto guadagnato dai due maggiori partiti di governo però non riesce a compensare il calo di IV (-0,4%) e della sinistra, motivo per cui anche questa settimana i partiti della maggioranza nel complesso accusano un ritardo di ben 7,5 punti dall’opposizione di centrodestra (nella quale figura anche lo 0,8% del partito di Giovanni Toti, “Cambiamo!”).
Osservando la curva dell’evoluzione del consenso ai partiti, si inizia a intravedere una tendenza recente, che potremmo definire “effetto emergenza”. I due partiti più “organici” al governo, da alcune settimane fanno registrare un trend positivo: si interrompe il calo del M5S, che durava quasi ininterrottamente da settembre, e continua ad andare bene il PD, che sfiora il 21%.
Per contro, la strategia di Matteo Renzi – prima “battagliera” sulla giustizia, poi “possibilista” sugli scenari istituzionali per affrontare l’emergenza coronavirus – pare avergli decisamente alienato una quota non irrilevante di consensi.
L’emergenza coronavirus, con le sue ricadute economiche (che stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nell’agenda politica nazionale ed europea, continua ad essere al centro non solo dell’azione del Governo ma anche della preoccupazione degli italiani. La consapevolezza che – oltre alla situazione sanitaria problematica – questa crisi avrà ricadute non indifferenti sull’economia si sta gradualmente diffondendo.
Secondo un sondaggio dell’istituto Ixè, nell’ultima settimana sono diminuiti gli italiani che si dichiarano “molto o abbastanza” preoccupati (dal 74 al 63 per cento) per il contagio; ma è aumentata, quasi di pari passo, la quota di quanti ritengono che vi saranno ripercussioni economiche “gravi”: erano il 52% lo scorso 25 febbraio, sono diventati il 64% (quasi due su tre) il 3 marzo. Lo stesso sondaggio mostra come vi sia un apprezzamento molto alto – e persino in crescita – verso la risposta sanitaria italiana al coronavirus: il 77% (oltre tre su quattro) degli intervistati da Ixè definisce questa risposta “molto o abbastanza” adeguata.
Sul piano più strettamente politico, però, il giudizio è già più severo: lo conferma l’ultima rilevazione di Tecnè, in cui alla domanda “Il premier Conte come sta gestendo la crisi?” si registra una perfetta parità tra giudizi positivi e negativi, entrambi al 43% (con il 14% che preferisce non esprimersi). L’Italia e il suo governo sono particolarmente sotto osservazione, perché il nostro Paese sembra essere il primo in Europa in cui il contagio si è diffuso.
Perché ciò è avvenuto? Per avere una risposta certa dalla scienza dovremo probabilmente aspettare ancora un po’, ma nel frattempo i cittadini fanno le loro ipotesi: secondo l’ultimo sondaggio Euromedia, tra le varie possibilità quella ritenuta più verosimile (41,7%) dagli italiani è quella che in Italia – a differenza che altrove – i controlli (cioè i tamponi) siano stati fatti fin da subito; al contrario, poco più di un italiano su cinque (21,8%) ritiene che invece la diffusione del virus sia stata favorita da un ritardo nella realizzazione dei suddetti controlli. Solo un 14,8% dà la colpa ai primi contagiati, “rei” di non aver rispettato le prescrizioni una volta risultati positivi al virus, mentre il 9,6% pensa che il “triste primato” italiano sia dovuto ai maggiori contatti dell’Italia con la Cina per motivi commerciali.
Che ricadute ha questa situazione sui giudizi politici? Come si è detto in apertura, alcune forze politiche sembrano risultare più premiate e altre più penalizzate da quando è esplosa l’emergenza. Oltre ai giudizi (tendenzialmente positivi, come abbiamo visto anche nelle scorse settimane) sull’operato del Governo, probabilmente ha giocato un ruolo anche il modo in cui gli italiani desidererebbero che la crisi venisse affrontata. Ed è proprio questa la domanda che ha posto l’istituto EMG al suo campione di intervistati.
Di fronte all'emergenza #coronavirus la cosa migliore sarebbe...#agorarai #sondaggi @FabrizioMasia1 pic.twitter.com/sc8t4DJNVN
— Agorà (@agorarai) March 5, 2020
Le risposte vanno in una direzione ben precisa: quasi il 60% degli elettori vorrebbe che tutte le forze politiche mettessero da parte le divisioni e sostenessero l’azione dell’esecutivo per il contrasto alla diffusione del coronavirus. La pensa così anche un terzo degli elettori della Lega, in numero esattamente pari a quanti invece – sempre tra gli elettori del partito di Matteo Salvini – vorrebbero nuove elezioni, una quota che nell’elettorato complessivo è decisamente minoritaria (18%). Ancor più minoritaria è l’opinione che la cosa migliore sia un nuovo governo di unità nazionale, costituito al solo scopo di contenere la crisi: nonostante alcune forze politiche di recente l’abbiano presa in considerazione, questa alternativa piace solo al 12% degli italiani.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 20 febbraio al 4 marzo dagli istituti EMG, Euromedia, Ipsos, Ixè, Piepoli, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 5 marzo sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.