La Supermedia dei sondaggi della scorsa settimana aveva rilevato una prima battuta d’arresto per la Lega di Matteo Salvini. Questa settimana, quello che poteva sembrare un segnale piccolo, statisticamente poco rilevante, si conferma e anzi sembra ancora più robusto. La Lega resta infatti – e di gran lunga – il primo partito, ma perde quasi un punto (-0,8%) nelle ultime due settimane scendendo al di sotto del 33%.
Gran parte di questi consensi “perduti” sembrano però essere rimasti nell’ambito del centrodestra, visto che sia Fratelli d’Italia (+0,2%) sia Forza Italia (+0,4%) sono invece in lieve crescita. Crescono anche il Partito Democratico (+0,4%), tornato – a quanto pare stabilmente – sopra il 19% e il Movimento 5 Stelle, che interrompe la sua brusca discesa delle settimane successive al voto in Umbria e anzi vede un piccolo “rimbalzo” verso l’alto (+0,2%).
Siamo dunque di fronte a un’inversione delle tendenze più recenti? È un po’ presto per dirlo, soprattutto perché nell’ultima settimana – per non dire negli ultimi giorni – la cronaca politica è tornata ad agitarsi intorno ad episodi che potrebbero avere un impatto non indifferente sulla percezione dei cittadini elettori (dalle polemiche sul MES al caso della cosiddetta “villa di Renzi” legata all’inchiesta giudiziaria sulla fondazione Open…).
Come sempre, in questi casi è opportuno andare a verificare i dati dei singoli istituti di sondaggio per controllare che la nostra Supermedia non abbia “nascosto” eventuali discordanze. Ad esempio, il calo della Lega è un dato univoco? Secondo Tecnè negli ultimi 15 giorni non ci sono state variazioni: ma per Ixè ed SWG, invece, il calo nello stesso periodo è stato superiore al punto percentuale, mentre per EMG il partito di Salvini avrebbe perso ma “solo” lo 0,6%. La tendenza quindi sembra esserci, anche se per ora non è chiaro a cosa si possa attribuire. Nel complesso, ad ogni modo, i rapporti di forza tra le due principali aree politiche (maggioranza di governo e opposizione di centrodestra) rimangono pressoché invariati: il centrodestra rimane nettamente davanti – di oltre sette punti – all’area giallo-rossa che sostiene l’attuale esecutivo.
Tutte le componenti dell’attuale maggioranza (da Italia Viva di Renzi alla Sinistra di Fratoianni e Speranza, passando per il PD di Zingaretti) sono alle prese con difficoltà interne più o meno marcate; ma il partito in cui c’è di gran lunga il maggior “fermento” è senza dubbio il Movimento 5 Stelle, dove recentemente è stata messa in discussione persino la leadership di Luigi Di Maio. La sonora bocciatura con cui gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno respinto l’ipotesi di non presentare una lista del M5S alle regionali in Emilia-Romagna e Calabria previste per il prossimo 26 gennaio è stata letta come una sorta di “sconfessione” dell’operato del capo politico.
La votazione su Rousseau, peraltro, sembra effettivamente rispecchiare l’orientamento della base del Movimento: secondo un sondaggio di Ixè, gli attuali elettori del M5S in netta maggioranza (61%) condividono la scelta fatta dai poco più di 27 mila iscritti alla piattaforma di voto online. Comprensibilmente, la quota di elettori che trova opportuna una candidatura del M5S a queste regionali è decisamente più bassa tra gli elettori del PD, dove i contrari superano nettamente i favorevoli (44 a 30).
Nonostante Beppe Grillo sia intervenuto per “blindare” la leadership di Di Maio e rilanciare l’azione di governo è indubbio che il capo politico del M5S stia comunque vivendo un momento delicato. I giudizi positivi nei suoi confronti sono più bassi rispetto a quelli verso Salvini e Zingaretti, e di molto inferiori rispetto a quelli verso il premier Giuseppe Conte: solo il 21% degli elettori esprime fiducia o apprezzamento verso Di Maio secondo i dati più recenti degli istituti Ipsos e Ixè, un dato sostanzialmente identico a quello rilevato da EMG (22%). Sempre secondo Ipsos, tra i leader di partito della maggioranza Di Maio è quello che si sta comportando nel modo più responsabile solo per il 20% degli elettori, più di Matteo Renzi (14%) ma meno di Nicola Zingaretti (25%). Ma c’è anche una nota positiva: secondo il 61% degli elettori del M5S interpellati da EMG, il leader del Movimento alle prossime elezioni dovrà comunque essere Luigi Di Maio: solo il 17% indica invece il premier Giuseppe Conte.
Abbiamo chiesto agli elettori del M5s chi dovrebbe guidare il movimento alle prossime elezioni #sondaggi @FabrizioMasia1 pic.twitter.com/GoFtvEnQHD
— Agorà (@agorarai) October 24, 2019
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 14 al 27 novembre dagli istituti Demopolis, EMG, Euromedia, Ixè, Piepoli, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 28 novembre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.