Domani si vota per le elezioni statali in Baviera, il Land più vasto e meridionale della Germania. Per molti anni, la Baviera è stata una regione sui generis in Germania. Da decenni è infatti la roccaforte della CSU (Christlich-Soziale Union, Unione cristiano-sociale), partito conservatore di centrodestra che governa il Land quasi ininterrottamente dal 1962 e che è il ramo locale della Cdu, il partito della cancelliera Angela Merkel.
La fine del predominio della Csu
Questa storica predominanza potrebbe però giungere presto al termine: nei sondaggi i cristiano-sociali sono attorno al 33%, un dato certo positivo in senso assoluto, ma molto basso per chi era abituato ad ottenere la maggioranza assoluta dei voti (e dei seggi). È probabile dunque che essi dovranno cercare l’appoggio di altre forze politiche. Attualmente, le intenzioni di voto più recenti sono le seguenti:
La Baviera, di conseguenza, potrebbe diventare un banco di prova per alcune dinamiche nazionali.
Innanzitutto, la CSU rimarrebbe il partito di maggioranza netta, seppur relativa. Come a livello federale, quindi, anche in Baviera il centrodestra tradizionale perde terreno, inseguito dall’estrema destra. AfD (Alternative für Deutschland) è infatti al 14%, in crescita in Baviera come in diverse altre zone della Germania (soprattutto a est, come dimostrano i fatti di Chemnitz delle scorse settimane).
Il rebus delle alleanze
L’ipotesi di un’alleanza CSU-AfD sembra però lontanissima: il Primo Ministro bavarese, Marcus Söder (CSU), ha ad esempio accusato AfD di voler rovesciare la democrazia in Germania, mettendo persino alcuni dei suoi dirigenti sotto osservazione da parte del servizio segreto interno. La CSU, inoltre, è riuscita recentemente ad imporre alla Merkel il nome di Manfred Weber come Spitzenkandidat alla presidenza della Commissione Europea. Il risultato è importantissimo per la CSU, e rischierebbe di essere pregiudicato da un’alleanza con un partito antieuropeo.
Per governare però la CSU con questi numeri hanno bisogno di (almeno) un alleato. La soglia di sbarramento del 5% farà sì che le opzioni siano contate: i liberali della FDP (5-6%) e i liberi elettori (Freie Wahler, 11%) si attestano al momento su percentuali non sufficienti per dar vita a una maggioranza di governo. La SPD, in aperta crisi, è data al 10%, e con questi numeri una riedizione delle larghe intese sembra praticamente impossibile.
La vera sorpresa: i Verdi
Ma proprio a sinistra troviamo la particolarità dello scenario bavarese: i Verdi (Grünen). Molti media si concentrano sulla crescita dell’estrema destra, ma questa narrazione coglie solo in parte quello che succede in Baviera (e forse in tutta la Germania).
A sinistra i Verdi crescono nei sondaggi fino al 18% con un programma dai toni liberali ed europeisti, con politiche favorevoli all’immigrazione e attente al welfare, e rischiano di rappresentare la novità di queste elezioni, proponendosi come credibili alleati per una maggioranza di governo. Al momento, gli stessi elettori vedono bene l’ipotesi di un governo nero-verde, strada del resto già praticata in alcuni casi (in Baden-Württemberg, ad esempio, dove i Verdi esprimono persino il presidente del Land): per il 37% quella nero-verde è l’alleanza preferibile per il governo della Baviera, contro il 33% che al posto dei Verdi vorrebbe vedere i Freie Wahler.
Dalle elezioni bavaresi, dunque, ci si può aspettare la riconferma della maggioranza relativa da parte dei cristiano-sociali, ma bisognerà tenere gli occhi puntati sui Verdi e sull’evoluzione dei rapporti tra questi due partiti nel post-elezioni. Su tutto, ovviamente, pesa l’incognita degli indecisi, che attualmente si attesterebbero su percentuali altissima (attorno al 53%). (a cura di Luigi Daniele)