Le turbolenze politiche delle ultime settimane non sembrano aver avuto effetti sconvolgenti sulle intenzioni di voto, almeno secondo quanto emerge dalla nostra Supermedia – che, lo ricordiamo, prende in considerazione i sondaggi pubblicati negli ultimi 15 giorni. Quella di oggi è comunque una Supermedia da tenere d’occhio perché torniamo a poter fare un confronto con il dato di un mese prima, cosa che dopo la pausa agostana non abbiamo potuto fare per un po’.
Vediamo quindi cosa è cambiato in questo mese. In testa c’è stato un nuovo (ennesimo) cambio al vertice: il Partito Democratico (27,8%) guadagna lo 0,7 per cento e sorpassa il Movimento 5 Stelle, che invece arretra leggermente (di soli due decimali) a quota 27,2%. A ulteriore conferma, come abbiamo già la scorsa settimana, che la scelta di Di Maio come candidato premier che doveva servire a lanciare ufficialmente la corsa elettorale del Movimento finora sembra non aver dato frutti.
Il centrodestra rimane piuttosto tonico, ma rispetto a un mese fa non si registrano progressi. Anzi, se la Lega Nord rimane esattamente sullo stesso valore (14,8%) Forza Italia arretra impercettibilmente e Fratelli d’Italia perde due decimali. Non si tratta di scostamenti indicativi, ma trattandosi di un confronto fatto con il mese scorso probabilmente è un indizio che la risalita del centrodestra che ha caratterizzato le tendenze dalla scorsa primavera ad oggi si è (magari anche solo per il momento) arrestata.
Vediamo i partiti minori, che negli ultimi tempi risultano abbastanza in difficoltà. Nel nostro grafico abbiamo dedicato uno spazio particolare ad Articolo 1, che negli ultimi giorni si è resa protagonista di cronache e retroscena con il suo “divorzio” (non si sa quanto definitivo) con Giuliano Pisapia. La tendenza di lungo periodo è abbastanza inequivocabile: dopo aver toccato punte del 4% (soglia oltre la quale non si può parlare certo di “partitino”, per citare proprio la recente uscite polemica di Pisapia) il trend mostra un calo costante che ad oggi si è fermato poco sopra la soglia – a questo punto, “di sopravvivenza” – del 3%. Questa cifra è particolarmente delicata perché costituisce la soglia di accesso sia alla Camera che al Senato, e sia nella legge attuale che nella riforma su cui la Camera si è espressa nei giorni scorsi.
Per completezza va anche detto che non è la prima volta che MDP sale intorno al 4% per poi scendere più in basso, in zona 3%. Era già successo prima delle Amministrative, poi però il partito è risalito nuovamente. Ora questa nuovo trend discendente potrebbe essere invertito cavalcando proprio le proteste relative all’approvazione del Rosatellum a colpi di fiducia.
Non va tanto bene neanche ai “compagni di viaggio” di MDP, e cioè Sinistra Italiana. Questa settimana la Supermedia la situa al 2,1% - un valore estremamente basso. Si tratta del record negativo di SI in questo 2017, per quello che può contare. Valgono in questo caso le stesse considerazione fatte per MDP, a maggior ragione considerando la comune opposizione alla nuova proposta di legge elettorale.