Con la ripresa delle ostilità politiche dopo una – lunga – pausa estiva, gli istituti demoscopici si sono letteralmente “rituffati” nel sondare gli orientamenti di voto degli italiani. Questo ci ha dato materiale in abbondanza per riprendere ad elaborare la nostra Supermedia. Nelle ultime due settimane sono stati pubblicati ben 10 sondaggi, da parte di 6 diversi istituti. Il dato che presentiamo qui è dunque particolarmente “solido”.
Una supermedia molto 'solida'
M5s torna primo partito
Cominciamo dalla vetta. Si assiste ad un (ennesimo) scambio tra le prime due posizioni, con il Movimento 5 stelle che guadagna 0,4 punti in un mese e si ritrova in prima posizione. Ancora più esigua è la variazione – stavolta in negativo – del Partito democratico, che perde lo 0,2 per cento, mezzo punto sotto il M5s. Entrambi i partiti ormai da mesi “ballano” sopra la soglia del 27% senza registrare variazioni significative, in attesa di una svolta che li proietti verso cifre più consistenti.
Lega Nord in buona salute
Nel centrodestra si conferma il buono stato di salute della Lega Nord, terzo partito con il 14,8%, seguita da vicino dagli alleati (?) di Forza Italia con il 13,5%. Piuttosto positivo è anche il dato di Fratelli d’Italia, che torna a sfiorare il 5% riavvicinandosi ai picchi toccati la scorsa primavera. La differenza è che in quel periodo l’area di centrodestra non arrivava al 30%. Oggi, invece, circa un terzo degli italiani (il 33,1%) voterebbe uno dei tre partiti dell’area conservatrice.
Mdp oggi vale 3,4%
Tra i “piccoli” rimangono piuttosto stabili Articolo 1 – MDP che ad oggi vale il 3,4% e Sinistra Italiana, leggermente in salita al 2,4%. Situazione difficile invece per Alternativa Popolare di Alfano, che perde mezzo punto e scende al 2,2%.
Centrodestra in vantaggio
Come abbiamo avuto modo di spiegare recentemente, in questo momento la parte politica più in forma sembra essere quella di centrodestra. Sebbene il dato che abbiamo citato (33,1%) sia relativo alla somma delle tre liste considerate separatamente, un recente sondaggio condotto da Ipsos suggerisce che in caso di lista unica il centrodestra otterrebbe praticamente gli stessi consensi.
Quella odierna è una situazione in cui tutti e tre i partiti fanno registrare valori prossimi ai loro record per quanto riguarda l’ultimo anno, senza togliersi voti a vicenda ma – evidentemente – attingendo da elettori esterni.
La campagna contro il 'ius soli'
Lo stato di forma del centrodestra potrebbe essere spiegato con la forte campagna che i vari partiti stanno conducendo contro lo “ius soli”, che il Pd sta provando a introdurre mediante un apposito disegno di legge. Campagna che sembra aver avuto un effetto notevole sull’opinione pubblica, come rilevato da un’indagine dell’istituto Demos pubblicata da Repubblica. Il numero di chi è favorevole a dare la cittadinanza italiana ai figli di stranieri nati e cresciuti nel nostro Paese si è drasticamente ridotto negli anni e soprattutto nel corso di questo 2017. Da materia largamente condivisa è diventata materia divisiva. Risultato: troppo rischioso (politicamente) approvare la legge sullo Ius Soli in questa fine di legislatura, meglio rinviare a data da destinarsi.
La classifica di gradimento dei politici
Ascesa di Emma Bonino e Marco Minniti
Un altro inidizio di quanto le questioni relative agli stranieri siano state centrali negli ultimi mesi di dibattito pubblico lo dimostra anche la scelta dell’istituto diretto da Ilvo Diamanti di monitorare la fiducia nei confronti di due nuove figure: si tratta di Marco Minniti (ministro dell’Interno) e di Emma Bonino, che ha criticato apertamente la gestione di Minniti sulla questione dei migranti.
Gentiloni in testa, Renzi in calo
Accanto al notevole apprezzamento (quantificato in voti pari o superiori a 6) registrato nei confronti della Bonino, la classifica di Demos vede saldamente in testa il premier Gentiloni, mentre Renzi è sceso al 35% e se la gioca con esponenti dell’opposizione come Salvini, Meloni e Di Maio. Il dato di Minniti è invece meno agevole da interpretare: il 32% è un dato tutto sommato positivo, specie se si tiene conto che oltre un intervistato su cinque (il 22%) non lo conosce; ma è un dato che sembra smentire l’immagine di un ministro apprezzato in modo ampio e trasversale, soprattutto perché non possiamo leggerlo “qualitativamente” (per capire, ad esempio, quanto Minniti sia apprezzato a sinistra e quanto e a destra).
Meno simpatie per Berlusconi e Grillo
I dati di Demos nel complesso sono confermati da un recente sondaggio dell’istituto Piepoli, secondo cui il 40% degli italiani ha fiducia in Gentiloni, contro il 30% fatto registrare da Di Maio, il 27% di Renzi e il 26% di Salvini. Come anche nei dati di Demos, i leader più “anziani” Berlusconi e Grillo riscuotono meno simpatie (rispettivamente il 18 e il 23%). Se, come appare sempre più probabile, la legge elettorale è destinata a restare com’è (un proporzionale puro incapace di generare una maggioranza politicamente omogenea), la prossima legislatura avrà il non facile compito di trovare un capo di governo quanto meno divisivo possibile. E anche per questo in molti (da sinistra a destra) stanno facendo il tifo proprio perché Gentiloni continui la sua esperienza anche dopo il voto.