Continua anche questa settimana il trend positivo del Partito Democratico. I dati della nostra ultima Supermedia confermano che la crescita che avevamo cominciato a registrare nelle scorse settimane non era una semplice oscillazione statistica, ma una tendenza effettiva. Le cause di questa crescita le abbiamo già ipotizzate: da un lato, il percorso congressuale - o meglio la sua fase conclusiva, quella delle primarie che hanno (ri)eletto Renzi segretario con il 70% dei voti; dall’altro, gli “echi” della vittoria del giovane Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi, dovuta ad una una “renzianissima” strategia fatta di messaggi di cambiamento e di uno spostamento al centro alla conquista del mitico elettore mediano. Rispetto a un mese fa, il dato odierno del Pd è in rialzo di oltre due punti percentuali, portandosi dal 26,5% al 28,6%. Attenzione, però: gli ultimi sviluppi (in particolare le rivelazioni di De Bortoli sul caso Etruria e le intercettazioni di Renzi sul caso Consip) potrebbero aver interrotto questa tendenza. L’ultima rilevazione settimanale dell’istituto EMG per il Tg La7, infatti, mostra un lieve calo (-0,4%) per i democratici. Comunque, è ancora troppo presto per valutare il peso effettivo di questi ultimi episodi, che emergerà – forse – più chiaramente nelle prossime settimane.
M5S primo, ma il vantaggio scende allo 0,6%
Al primo posto - anche se con un margine sul Pd ridotto allo 0,6% - continua ad esserci il Movimento 5 stelle. La scorsa settimana abbiamo osservato come il Movimento non avesse (fino a quel momento) subìto i contraccolpi della pesante sconfitta di Marine Le Pen in Francia. Questa settimana registriamo un calo, non proprio insignificante (-0,6 per cento), che potrebbe essere la spia di un calo di entusiasmo, magari proprio tra quegli elettori orientati sul M5S in chiave anti-europea. Il 29,2% è comunque una percentuale di consensi ragguardevole, che il grillini non hanno mai raggiunto in un’elezione nazionale.
Nel centrodestra avanza Forza Italia
Nel centrodestra, come di consueto, le variazioni sono minime, eppure significative. I due partiti più “lepenisti” - Fratelli d’Italia e Lega Nord - perdono rispettivamente lo 0,3 e lo 0,1 per cento, mentre Forza Italia cresce: impercettibilmente, eppure quanto basta a ri-superare la Lega come prima forza politica dell’area conservatrice.
Sinistra in affanno
Aria di crisi a sinistra: il calo di Art. 1 - MDP questa settimana è piuttosto evidente: dal 3,9% del mese scorso si passa al 3,1% di oggi. Se il trend dovesse continuare nelle prossime settimane, il rischio è che i fuoriusciti dal PD non abbiano i voti per rientrare in parlamento nemmeno con una soglia di sbarramento del 3%. Non va meglio a Sinistra Italiana, che si mantiene su valori di poco superiori al 2% (2,3 il mese scorso, 2,4 oggi). È persino possibile che, in vista dell’appuntamento elettorale, i due soggetti saranno costretti a studiare forme di cooperazione, se non addirittura di fusione, per garantirsi quantomeno una rappresentanza parlamentare. Stesso discorso vale per Alternativa Popolare, che oggi ci risulta sotto il 3% (2,7) e con tendenza alla diminuzione.
Tutte queste ultime considerazioni relative alla soglia di sbarramento potrebbero dover essere bruscamente riviste nelle prossime settimane: infatti come abbiamo raccontato a parte, la nuova proposta di legge elettorale presentata dal PD prevede una soglia di sbarramento non più al 3, bensì al 5%. Sarà molto interessante vedere come si comporteranno, in fase di dibattito parlamentare, proprio quelle forze politiche che già rischiano di non essere più rappresentate con la soglia attuale, e che sarebbero praticamente condannate a restare fuori dal Parlamento in presenza di una soglia ben più alta.