La crisi ucraina è solo una delle motivazioni dietro all’improvviso no di Donald Trump al faccia a faccia con il presidente russo Vladimir Putin al G20 di Buenos Aires, inizialmente programmato per sabato. L’annuncio di Trump, via Twitter, che sembra abbia colto di sorpresa il Cremlino, è coinciso - non a caso secondo molti osservatori – con il nuovo colpo di scena sul Russiagate. L’ex legale personale del presidente, Michael Cohen, è comparso in un tribunale di Manhattan per dichiararsi colpevole di un altro grave reato: aver mentito al Congresso sul progetto di costruzione di una Trump Tower a Mosca.
Cohen aveva già ammesso di aver violato le leggi sul finanziamento delle campagne elettorali, pagando per il silenzio di due donne sulla loro presunta relazione con Trump, nell’ambito dell’accordo patteggiato con lo speciale procuratore Robert Mueller che indaga sulle possibili collusioni tra l’inquilino della Casa Bianca e Mosca.
Nell’agosto del 2017, il Washington Post aveva scritto di email inviate da Cohen al segretario personale di Putin, durante le presidenziali Usa del 2016, per sboccare il progetto immobiliare moscovita di Trump. Il presidente americano era già stato duramente criticato dopo il bilaterale di Helsinki con il capo del Cremlino quando, davanti alle telecamere del mondo, sconfessò la Cia sulle interferenze di Mosca indicando di credere piuttosto al suo interlocutore. L’annullamento dell’incontro con Putin consente a Trump di scongiurare un altro simile autogol e di non alienarsi anche i repubblicani.
“This demonstrates the Robert Mueller and his partisans have no evidence, not a whiff of collusion, between Trump and the Russians. Russian project legal. Trump Tower meeting (son Don), perfectly legal. He wasn’t involved with hacking.” Gregg Jarrett. A total Witch Hunt!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 30 novembre 2018
Eppure, parlando con i reporter prima di lasciare la Casa Bianca per il G20, Trump si era dichiarato propenso a confermare il bilaterale con Putin ma riservandosi di prendere una decisione definitiva in volo. “Vedrò probabilmente il presidente Putin. Non abbiamo cancellato l’incontro. Ci ho pensato ma non lo abbiamo fatto. A loro piacerebbe ci fosse. Penso sia un buon momento per avere un incontro. Sull’aereo mi farò fare un rapporto su quanto successo e ciò determinerà la mia scelta”, aveva dichiarato riferendosi alla crisi tra la Russia e l’Ucraina. Poi è arrivato il forfait.
“Visto che le navi e i mariani non sono stati riconsegnati dalla Russia all’Ucraina, ho deciso che sarebbe meglio per tutte le parti coinvolte cancellare il mio meeting ”, ha cinguettato Trump. Il suo annuncio è stato accolto da un plauso bipartisan negli Usa e i democratici hanno chiesto misure ancora più forti contro Mosca, anche con l’invio di apparecchiature militari a Kiev. Alcuni, come il senatore dem Bob Menendez, hanno suggerito di aumentare la presenza navale americana ed europea nel Mar Nero.
“È molto importante che gli Usa prendano una posizione netta. Vogliamo che l’amministrazione e i nostri alleati mettano sotto pressione la Russia su questa questione. Dobbiamo davvero reagire con forza”, ha reclamato il senatore repubblicano Ron Johnson. In una recente intervista, il presidente ucraino Petro Poroshenko aveva accusato Putin di volersi annettere tutta l’Ucraina, dopo la Crimea, chiedendo a Trump di lanciare un forte messaggio al Cremlino in occasione del G20. Per ora il miliardario si è limitato ad annullare l’incontro con Putin, oltre che con il presidente turco Recep Tayyip e con il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in.