Il Parlamento aprirà un dossier sulle startup. Un'indagine conoscitiva per la precisione voluta dal deputato del Movimento 5 stelle Luca Carabetta. Obiettivo: capire, attraverso una lunga serie di audizioni che cominceranno a breve, quali dovrebbero essere le politiche in grado di sviluppare l'ecosistema dell'imprenditoria innovativa italiana e potenziare la filiera del venture business.
Carabetta, che è anche vicepresidente della commissione Attività produttive e firmatario della richiesta di indagine dal titolo "Startup e filiera del venture business" ha spiegato ad Agi che nei prossimi giorni "saranno avviate audizioni tra gli operatori del settore dalle quali dovrebbero emergere le criticità dell'ecosistema italiano dell'innovazione e le azioni da compiere a livello legislativo per far crescere il mercato degli investimenti in startup".
"Individuare linee di azione per dare vita a nuovi campioni del digitale"
E proprio la scarsità di investimenti privati in innovazione è il punto da cui parte il testo dell'indagine conoscitiva. L'urgenza, per Carabetta, è "analizzare la situazione in dettaglio per identificare tutte le problematiche e individuare le opportune linee di azione per dar vita a nuovi campioni italiani del digitale". L'obiettivo dell'indagine, spiega il deputato, è trovare politiche in grado di smuovere il settore delle startup, che in Italia "è ancora poco sviluppato e con una media di finanziamenti annui di circa 130 milioni rispetto ai 2,5 miliardi della Germania, ai 2,7 della Francia o al miliardo della Spagna. Il nostro Paese è rimasto indietro a causa di visioni politiche obsolete e dell'inerzia del sistema produttivo rispetto a innovazioni di processo, di prodotto e del modo di fare business".
Le audizioni, che inizieranno nelle prossime settimane concludendosi a marzo 2019, coinvolgeranno, oltre che istituzioni come ministeri e la Banca d'Italia, tutti gli operatori della startup economy italiana, incubatori e acceleratori di impresa, università, investitori istituzionali, gestori di fondi di venture capital, business angels e gli imprenditori che hanno creato fondi e startup di successo. Carabetta spiega di voler "comprendere le ragioni profonde di questa distanza rispetto ai paesi simili e di promuovere azioni concrete per creare un ecosistema favorevole per la nascita, la crescita e il successo delle startup", sicuro che l'Italia abbia "tutte le carte per diventare un player competitivo su scala internazionale".
I due aspetti più rilevanti dell'indagine
Due probabilmente gli aspetti più interessanti a spulciare il testo, che Agi ha letto in anteprima. Il primo è che verranno sentite le agenzie statali di altri Paesi che sono riusciti in questi anni a creare un ecosistema dell'innovazione in grado di funzionare bene, a volte partendo da situazioni come l'Italia, che però non ci è riuscita: Startup Portugal, La French Tech e Israel Innovation Autority, le istituzioni che hanno guidato la crescita delle startup in queste nazioni.
Il secondo è che l'indagine sarà rivolta anche una verifica della "reale efficacia della normativa introdotta nel 2012, misurandola in raffronto con i risultati di altri paesi simili". La normativa in questione è quella voluta dall'allora ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e che ha dato il via alla legislazione italiana sulle startup, da cui sono nati il sistema di agevolazioni per startup e incubatori, e il registro delle startup innovative. Questa normativa negli ultimi anni è stata oggetto di diverse critiche da parte di alcuni operatori del settore. L'ipotesi che trapela è che possa essere modificata. Se non del tutto superata.