Il ministro Calenda ha presentato i primi risultati del piano Industria 4.0 (qui tutti i numeri e i risultati). Un piano di politica industriale per trasformare il Paese ‘senza scivolare in una politica dirigista’, secondo la fortunata formula usata lo scorso dicembre dallo stesso ministro dello Sviluppo economico.
Nel suo discorso di presentazione, presentato in power point, di tutti i risultati l’unico che reputa schiettamente negativo è quello sul venture capital. “Dove non andiamo bene? Non stiamo andando bene in tutto quello che forse impropriamente definisco il venture capital. La crescita è bassa, del 2%. Cassa depositi e prestiti ha cominciato a mettere a regime una serie di strumenti che porteremo anche in Finanziaria, usando fondi Mise (acronimo che sta per ministero dello Sviluppo economico, ndr) che non saranno più incentivi a bando, che come sapete abbiamo chiuso, per cercare di convertirli qui. Ma noi abbiamo una distanza siderale con il resto d’Europa. E la crescita non è soddisfacente”.
Il riferimento a Cdp che fa Calenda è con ogni probabilità il fondo annunciato lo scorso marzo Itatech fatto con il fondo europeo di investimento. 200 milioni. I primi 50 milioni sono stati investiti nel fondo Vertis Venture 3 il 14 settembre scorso.
Il meccanismo è quello del fondo dei fondi. In estrema sintesi, un fondo di fondi è un fondo di investimento che investe a sua volta in altri fondi di investimento. In questo caso fondi che investono in startup (la prima bozza di questo strumento cominciò a prendere piede a marzo 2015).
Ora, delle dichiarazioni di Calenda due elementi sono importanti.
- L’ammissione del fallimento dei finanziamenti a pioggia tramite bandi per startup (due, tre anni fa erano la cosa più richiesta da aspiranti imprenditori in tutta Italia, che spesso partecipavano senza una vera impresa, o senza un modello scalabile: i risultati sulla crescita di queste aziende sono stati scarsi, molto). Funzionava così: si lanciava un bando, si mettevano sul piatto centinaia di milioni per autodefinentesi aziende innovative, e si aspettavano le application. E si aspettavano i soldi. Tanti. Ora tutto finito. Ed in molti casi è un bene così.
- La seconda è che se adesso ci saranno degli interventi saranno come quello fatto da Cdp. E, considerato l’effetto che la Cdp francese ha avuto Oltralpe, è davvero l’unico modo valido con cui lo Stato può fare qualcosa per le imprese innovative. Il modello Macron (e Cdp e Bpi France lo abbiamo spiegato qui).
Ora, evidenziare i risultati negativi degli investimenti in startup in un piano che, a detta del ministro, finora ha dato buoni risultati lascia ben sperare. Perché? Può voler dire (come in parte è stato detto) che governo probabilmente comincerà a muoversi. Ed è quello che gli operatori chiedono da anni.