Ultimamente in quella che viene chiamata la 'Startup scene' italiana ci sono più detrattori che entusiasti (almeno tra i media e tra qualche ex wannabe startupper) e per questo sentire le parole di Marco Trombetti, numero uno di Pi Campus e imprenditore digitale di lungo corso, in questo 'annus horribilis' delle startup, con pochissimi investimenti e zero exit, fa per lo meno un po' strano.
Per raccontare la sua due giorni di Tech Tour a Roma parla così con voce accesa: "Allora, in sintesi. Il primo giorno è stato quello dove abbiamo raccontato tutti i problemi dell'Italia delle startup: la mancanza di investimenti, il numero esiguo di aziende che crescono a livello internazionale, e quello di operatori di venture capital. Il secondo è quello dove abbiamo capito che le nostre startup non hanno nulla da invidiare a quelle che sono nel resto d'Europa. E ora che lo sanno anche all'estero comincia la vera partita per noi".
26 tra le migliori startup italiane
Il momento in cui ci siamo sentiti era cruciale. Le 26 startup selezionate per raccontarsi davanti ad un parterre internazionale di investitori stavano per cominciare i loro 'pitch'. Le hanno selezionate 22 persone, lui le ha presiedute, e secondo lui sono 'il meglio dell'early stage italiano'. E da quello che racconta, ci dobbiamo aspettare qualche investimento. A breve. Probabile entro dicembre.
Un entusiasmo ragionato: "Abbiamo brevetti, e un mercato enorme"
Il suo entusiasmo è motivato dal fatto che quello che gli investitori internazionali hanno cercato di spiegare ai nostri è che l'Italia è ancora una delle maggiori potenze economiche mondiali e che sul lato dell'innovazione ha un potenziale ancora inespresso. "È per questo che sono venuti qui a conoscere quello che facciamo", ha detto Trombetti all'Agi. "L'analisi comune è stata questa: l'Italia ha un numero di nuove tecnologie e brevetti altissimo e una mancanza cronica di investimenti fatti dai venture capital. Per loro l'opportunità è enorme".
"Siamo all'anno zero? Benissimo, cominciamo a lavorare"
Nell'evento sono state presentate delle aziende che hanno chiesto investimenti fino a 3 milioni di euro ai portafogli europei. E durante la due giorni romana si sono anche raccontate alcune delle iniziative che le istituzioni hanno messo in piedi per supportare gli investitori. Cassa depositi e prestiti, presente con l'amministratore delegato Fabio Gallia, ha confermato il fondo da 450 milioni in venture capital a supporto degli investitori. Così come Lazio Innova, che ha ricordato un fondo vc della regione Lazio, e che offerto la possibilità agli investitori di intervenire negli aumenti di capitale con un fondo di fondi da 56 milioni. Alla fine della nostra chiacchierata gli chiedo: "Insomma, mi stai dicendo che siamo all'anno zero, ma è un'opportunità e non un problema". E mi dice: "Si siamo all'anno zero ma adesso possiamo cominciare una grande partita. Tocca sfruttare le possibilità che vengono dall'Europa, arriveranno, già ci sono. Qesti investitori sono entusiasti delle nostre tecnologie". Altro che startup italiane troppo scarse.