Abbiamo una nuova classifica che racconta l’anomalia dell’ecosistema italiano delle startup. Sta volta ci ha pensato la Startup Europe Partnership a fotografare quello che per molti attori dell’ecosistema non è certo una novità: le startup italiane non crescono. Sono solo 135 quelle che da startup sono passate alla fase di scaleup, altro neologismo che indica le neoimprese che sono riuscite a ‘scalare’ il proprio mercato di riferimento. La classifica ci vede lontanissimi dal podio, che vede al primo posto Regno Unito, Germania e Francia che viaggiano oltre le mille scaleup in media. Meglio di qualsiasi parola, questo grafico. Fine della storia.
A Repubblica Alberto Onetti, che della Sep è coordinatore, ha detto che "Quello delle startup è un gioco di accumulo e l'Italia è partita in grande ritardo". Vero, ma in questa classifica ci sono nazioni che sono partite se non con lo stesso ritardo dell'Italia (2012), poco ci manca. Pensiamo all'esempio francese, a quello tedesco. Per non parlare della Spagna e del Portgallo, anche loro sopra l'Italia. I numeri italiani sono distanti, con poco meno di un miliardo di investimenti e 135 scaleup. Davanti ci sono altri 10 Paesi, molti dei quali con PIL inferiore e meno abitanti (Spagna, Olanda, Danimarca, Irlanda, Finlandia e Svizzera).
In questi mesi mi è capitato di partecipare ad un po' di conferenze in cui ho sentito diversi stakeholder analizzare le cause di questo gap incolmabile dell'Italia. I motivi, dal loro punto di vista, sono soprattutto fiscali. In sintesi: senza una politica fiscale che incentivi gli investimenti in imprese innovative non ci può essere una crescita adeguata al mercato e alle potenzialità delle startup italiane.
Ma cosa intendiamo per startup in Italia?
Ma c'è anche un altro punto. Leggere su articoli ben informati sui numeri che 'Le startup italiane non crescono nonostante ce ne siano 7mila' è una frase vera a metà. E la parte sbagliata è che in Italia le startup non sono 7mila. 7mila sono le aziende iscritte al registro delle startup innovative, che è una definizione rispettabile ma tutta italiana di startup. Se invece intendiamo le startup come aziende capaci di scalare velocemente il mercato (che è la sola definizione di startup riconosciuta a livello internazionale, e per me l'unica possibile), in Italia queste aziende sono molte di meno. Personalmente toglierei almeno uno zero a quel dato. E dividerei per due. E questo numero forse ci renderebbe un po' più comprensibile il dato Sep sulla scalabilità delle nostre neoimprese innovative.