“Come eravamo”. Com’era e come dovrebbe essere sempre una vera squadra, un gruppo di amici che si aiutano l’un l’altro e vivono i momenti belli e quelli brutti, fino all’apoteosi, al Mondiale 1982. Quella che riunì l’Italia come non mai. Quella che ci trascinò in strada, uomini, donne, bambini, orgogliosi di sventolare il tricolore. Così, d’istinto, come ricordiamo quella mitica formazione, come una poesia, una preghiera. O anche di più, senza essere blasfemi: Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Bergomi, Collovati, Scirea, Oriali, Tardelli, Bruno Conti, Graziani, Rossi. E poi Altobelli, Causio, Antognoni, Marini, Franco Baresi, Selvaggi, Dossena, Vierchowood, Bordon, Massaro, Galli.
Siamo nostalgici, siamo fuori moda? Sembra proprio no. Quantomeno siamo in buona compagnia perché i protagonisti di quei giorni magici, in Spagna, i calciatori di cui ricordiamo i tratti, la corsa, la squadra, fino all’urlo liberatorio di Tardelli, agli abbracci, ai pianti, si sono dati una spolverata di modernità e si ritrovano tutti i giorni su una chat che più tricolore non si può: “Ragazzi dell’82”. Proprio come, da ragazzi, si ritrovavano a colazione, all’allenamento, a pranzo, e poi ancora e ancora, tutti i giorni, uniti per l’eternità di quell’impresa.
A riunirli via web ci ha pensato il più tecnologico del gruppo, “Spillo” Altobelli, sulla scia dell’esperienza in tv ad Al Jazeera, a Doha. E gli altri hanno abbracciato subito l’idea, proprio come, in campo, vivevano l’inno di Mameli e ci facevano sentire orgogliosi di essere italiani. Uniti da mille storie più o meno segrete, e da quei soprannomi: Cabro, Antogno, Fuffo, Il barone, Malik, Ghento, Schizzo, Ciccio, Zio, il russo… Uniti dalle polemiche della vigili del Mondiale, dalle critiche al c.t. amatissimo, il “Vecio” (Bearzot), alla grande paura contro il Camerun, dalle imprese sempre più grandi, contro l’Argentina di Maradona, contro il Brasile di Zico, contro la Germania di panzer, in un crescendo esaltante. Uniti come non mai. Perché dimenticare? Già, perché?
Vincenzo Martucci