Senza parole. L’Italia del basket, in vista dell’Europeo di fine agosto, perde il suo giocatore più rappresentativo e popolare, Danilo Gallinari. Nella seconda amichevole degli azzurri, poco più che una partitella di allenamento, Gallo si è procurato una frattura al primo metacarpo della mano della mano destra per aver colpito con un pugno, male assestato peraltro, l’olandese Kok che gli aveva dato una gomitata in faccia su un tagliafuori a rimbalzo. I tempi di recupero, circa 40 giorni, non sono compatibili con le tempistiche azzurre e, comunque, avendo appena firmato un contratto da 65 milioni di dollari con i Los Angeles Clippers, anche se la guarigione avvenisse in tempi più contenuti, Danilo non potrebbe mai rischiare di non arrivare al 100% al camp di fine settembre.
Un duro colpo per coach Messina
L’Italia perde il suo giocatore più celebre e tecnicamente unico, l’ultimo atto di una carriera azzurra sempre difficile per i mille infortuni che ha subito. Ma stavolta è diverso: il colpo del k.o. se l’è procurato da solo con un gesto davvero stupido e folle. Non eticamente, perché solo chi non ha mai giocato nemmeno in prima divisione può non capire, se non giustificare, una reazione a caldo quando ricevi una gomitata in faccia, ma perché la reazione è stata eccessiva, continuata e, alla fine fatale. In altre parole, un giocatore del livello di Danilo che non capisce le conseguenze per lui e per la squadra di quello che sta facendo, soprattutto in un contesto di una amichevole di inizio preparazione e non in una finale per la medaglia d’oro dove lo stress, la stanchezza, la pressione, l’adrenalina sono difficilmente gestibili, dimostra purtroppo una fragilità che era già apparsa in altre occasioni.
Danilo Gallinari è un giocatore fantastico e un ragazzo super anche se per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo da ragazzino, oggi è ovviamente meno spontaneo nei rapporti ufficiali, e quindi meno brillante e originale che nei suoi primi anni da professionista. E’ ovviamente comprensibile: Danilo ormai è una azienda che fattura milioni di dollari l’anno, deve dire sempre la cosa “giusta”, politicamente corretta, gradita ai suoi fans e ai suoi sponsor. Logico. Bisogna anche dire che Gallo ha dimostrato di avere un carattere e una volontà di ferro per superare gravissimi infortuni e tornare per almeno tre volte in carriera, un giocatore di primo livello Nba.
Un leader non fa una cosa così
Cosa c’entra questo con la cazzata clamorosa, usiamo pure un termine un po’ forte e maleducato ma che rende meglio di tutti gli altri l’idea, che ha fatto? Che Danilo tende sempre a voler imporre, anche in ogni intervista, di avere una leadership che non ha naturalmente nel suo dna. Un leader non fa una cosa del genere, non mette a repentaglio il suo futuro e quello della sua squadra in una amichevole contro l’Olanda. Riesce a capire, fatto salvo lo spavento immediato di trovarsi un gomito in bocca che ti fa temere di esserti fatto male, che non è successo niente. E dopo aver fatto la faccia cattiva all’avversario e avergli dato uno spintone, se proprio voleva far vedere urbi et orbi che non gli si mettono i piedi in testa, doveva andarsene per i fatti suoi senza creare ulteriori complicazioni. Non era sotto stress, non poteva essere stanco. E’ una reazione forzata, da duro, cosa che lui non è anche se spesso vuol sembrare di esserlo. E’ una reazione fuori controllo in un momento che non giustificava di non esserlo.
Quindi, con tutto il dispiacere e il rammarico per quello che è successo, a lui e alla squadra, sperando che si rimetta presto e la cosa non crei problemi alla sua nuova carriera californiana, non possiamo che essere arrabbiati neri con Danilo, che poi ha chiesto scusa a tutti via twitter.
Aggrappiamoci agli altri campioni
La Nazionale ha dovuto farne a meno tante volte negli ultimi anni, che questa proprio non ci voleva e non ha scusanti. E’ un colpo durissimo per Ettore Messina e l’Italia anche se la storia ci ha insegnato a essere ottimisti perché le nazionali che hanno ottenuto i risultati più belli sono state spesso quelle che, sulla carta, erano meno forti. Abbiamo Marco Belinelli, ormai unico azzurro che gioca nella Nba, ci sono Daniel Hackett, Gigi Datome, Nicolò Melli che hanno dimostrato di essere giocatori di alto livello in Eurolega, addirittura vincendola da protagonisti come Datome al Fenerbahce. Abbiamo azzurri di lungo corso, solidi e esperti come Pietro Aradori. Possiamo giocarcela lo stesso, con una Italia più operaia. Inutile piangere, perché tanto Gallinari è insostituibile. E’ una follia averlo perso per un motivo tanto stupido. Per colpa sua.