Il 4 ottobre del 1957, il mondo fu scosso dall’annuncio di una nuova luna che girava intorno al nostro pianeta. Dal cosmodromo di Baikonur, nell’odierno Kazakistan, era stato lanciato lo Sputnik 1, una piccola sfera di alluminio che trasmetteva un debole messaggio dallo spazio.
Il sogno di Clarke realizzato
Nasceva l’era dei satelliti artificiali, una realtà che fino ad allora era stata considerata pura fantascienza. Arthur Clarke, che aveva lanciato l’idea di ripetitori in orbita per trasmettere i primi segnali televisivi dallo spazio, immaginava che sarebbero stati disponibili entro la fine del ‘900. Bastarono appena dieci anni.
Un nuovo fronte nella 'guerra fredda'
Il primo satellite artificiale della Terra era in realtà un veicolo rudimentale, un oggetto che oggi sarebbe poco più di un reperto archeologico. Eppure tutti i giornali del mondo riportarono in prima pagina la notizia del riuscito lancio sovietico. In America lo Sputnik ebbe un effetto dirompente; erano gli anni della “guerra fredda” ed era in atto un braccio di ferro fra le due super potenze, una sorta di tregua armata di dimensioni planetarie. Lo Sputnik sembrava aprire un nuovo fronte, addirittura fuori della Terra.
Lo spazio, crocevia fra scienza, tecnologia e armamenti, stava per diventare il nuovo terreno della competizione globale. La prima missione spaziale sovietica fu tenuta rigorosamente segreta e fu scelto proprio l’ottobre del ’57, l’anno in cui si celebravano i quarant’anni della rivoluzione sovietica, per dare un segnale della superiorità tecnologica sovietica su quella occidentale.
Il 'compagno di viaggio'
In russo la parola sputnik significa “compagno di viaggio”, e la piccola sfera di metallo divenne il primo oggetto dell’uomo ad accompagnare la Terra nel suo viaggio intorno al Sole. Rimase in funzione per 21 giorni, fino a quando durarono le batterie di bordo, che alimentavano anche il trasmettitore del “bip bip” che divenne un po’ il simbolo di questa nuova tecnologia. Lo Sputnik 1 rimase in volo per altri due mesi, con orbite sempre più basse, e terminò la sua breve vita disintegrandosi al rientro nell’atmosfera. Era il 3 gennaio del 1958 e la Terra era di nuovo sola, ma non lo sarebbe rimasta a lungo.
La risposta Usa allo Sputnik: Explorer 1
L’America, colta di sorpresa dal successo spaziale sovietico, tentò una reazione e, in poche settimane, portò a termine il lancio del suo primo satellite artificiale. Si chiamava Explorer 1 e fu lanciato in occasione dell’anno geofisico internazionale.
Ma al di la del clima da “guerra fredda”, lo Sputnik1 è stato il primo tentativo di realizzare un sogno vecchio come l’umanità. Sessant’anni dopo, viaggiare nello spazio è diventata quasi routine: migliaia di satelliti orbitano intorno alla Terra e gli uomini hanno imparato a vivere e lavorare nello spazio.
Prossima tappa... Marte
L’umanità non ha smesso di sognare. Mi piace pensare che continueremo a inseguire le frontiere dell’ignoto, a prepararci per le difficili sfide del futuro. Stiamo per lasciare l’orbita terrestre e ad affrontare enormi oceani di vuoto. Presto vedremo Marte dalla visiera di un casco e, in poche generazioni, saremo ad esplorare le lune ghiacciate di Giove e di Saturno.
Chissà se i futuri viaggiatori del cosmo ricorderanno che tutto è partito da una luna artificiale in un ottobre lontano, quando i telefoni erano ingombranti oggetti appesi al muro e le Tt avevano valvole grandi come pomodori San Marzano.
E’ stata proprio quella piccola luna, che sfrecciava silenziosa nel cielo d’autunno, ad indicare all’umanità la strada delle stelle.