Sentiamo tanto parlare del business dei turismo spaziale con i test dei voli suborbitali che Virgin Galactic e Blue Origin stanno facendo a pieno ritmo, ma forse ci siamo dimenticati che l’idea di fare volare dei facoltosi non professionisti non è recentissima.
Giusto venti anni fa, il 28 aprile 2001, da Baikonur partiva Dennis Tito, un imprenditore californiano (figlio di immigrati italiani) che aveva vinto la sua battaglia contro lo scetticismo della Nasa che, allora, non vedeva affatto di buon occhio la presenza di non professionisti nei primi moduli della International Space Station che aveva iniziato ad essere abitata con continuità pochi mesi prima.
In effetti, Dennis Tito aveva comperato la sua settimana nello spazio dalla compagnia americana Space Adventures, che vendeva posti messi a disposizione dall’agenzia spaziale russa Roscosmos che agiva in modo totalmente indipendente dalla Nasa il cui amministratore Daniel Goldin arrivò a dire che il turismo spaziale era assolutamente inappropriato.
Tuttavia, dal momento che la Iss era nata con una parte americana ed una russa, l’agenzia Usa non poteva opporsi alle decisioni dei partner russi che vedevano nel turismo una opportunità per guadagnare visibilità unita ad una benvenuta iniezione di contanti.
Benché la International Space Station non offra né lusso, né privacy, i biglietti non sono mai stati a buon mercato: Denis Tito pagò circa 20 milioni di dollari. Nel 2007 il passaggio costava 25 milioni, ma nel 2009 era già salito a 35, come testimonia Charles Simoniy che, dopo essere diventato ricco grazie a Excel, si è tolto lo sfizio spaziale due volte nel 2007 e nel 2009.
Tra il 2001 ed il 2009 ci sono stati 8 soggiorni tutto compreso sulla stazione spaziale con sette turisti, sei uomini (4 americani-Dennis Tito, Greg Olsen, Charles Simonyi, Richiard Garriott- 1 canadese – Guy Laliberte- ed 1 sudafricano -Mark Shuttleworth) ed una donna, Anoushes Ansari, una ricca imprenditrice americana di origine iraniana. A lei è dedicato un documentario Space Tourists che raccomando a chi voglia farsi un’idea dell’esperienza spaziale di un non professionista.
La stagione dei turisti sulla Iss è finita nel settembre 2009 perché l’agenzia spaziale russa non ha più avuto posti disponibili sulle sue Soyuz che sono state interamente prenotate dalla Nasa che ha dovuto trovare una soluzione alternativa allo Shuttle che andava in pensione per trasportare gli astronauti americani.
Chiusa una porta, se ne sono aperte altre con Virgin Galactic e Blue Origin che hanno sviluppato modi diversi di portare facoltosi passeggeri al limite dell’atmosfera, a circa 100 km di altezza, dove si può provare l’ebrezza di fluttuare nello spazio.
I voli inizieranno a breve, anche perché sembra che ci sia già una lunga coda di passeggeri che hanno già pagato un biglietto da 250.000 dollari. Certo è meno delle decine di milioni di dollari pagati dai turisti sulla Iss, ma l’avventura suborbitale si esaurisce nel giro di un’ora o poco più, contro un soggiorno di almeno una settimana.
Chi sogna di vedere la Terra dalla cupola della Iss, dovrà aspettare qualche anno, visto che il turismo è uno degli utilizzi che si stanno considerando per il futuro della Stazione Spaziale. Questa volta credo che la Nasa vedrà la cosa con un occhio più benevolo. In ogni caso, aspettando la vacanza sulla Iss, in autunno partirà Inspiration4 il primo volo del Crew Dragon di Space X senza astronauti professionisti, solo quattro passeggeri.