Agosto è il mese delle stelle cadenti: le lacrime di San Lorenzo. Un nome evocativo ma lontano dalla realtà del fenomeno astronomico. Si tratta di granelli di polvere lasciati dalla cometa Swift-Tuttle quando, ogni 133,3 anni, si avvicina al Sole e sviluppa una coda che semina polveri lungo la sua orbita. La cometa venne scoperta nel 1862 da Lewis Swift e Horace Tuttle ma fu l’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli a capire il legame tra il passaggio del corpo celeste e le lacrime di San Lorenzo. Swift Tuttle è ripassata nel 1992 ed il prossimo giro è atteso per il 2126.
Per un effetto prospettico, le scie luminose sembrano provenire dalla regione del Perseo, per questo le stelle cadenti prendono quindi il nome di sciame delle Perseidi.
Gli avvistamenti si intensificano mano mano che la Terra si inoltra nell’orbita polverosa della cometa (che persiste decenni dopo il passaggio) dando vita ad uno spettacolo che è un must delle notti di metà agosto. Quest’anno il massimo è previsto tra 11 ed il 13 agosto, ed il picco è atteso il 12 agosto subito prima dell’alba. Ci sarà la Luna, la cui Luce disturba le osservazioni, ma, nelle prime ore del mattino, la Luna non darà più troppo fastidio e vi potrete godere lo spettacolo senza dimenticare di ammirare il rosso Marte che si sta avvicinando al momento di minore distanza e quindi di maggiore luminosità.
Mentre pensate che ci sono tre sonde in viaggio verso il nostro affascinante vicino planetario, cercate di trovare un posto buio dove accomodarvi per aspettare (con pazienza) le stelle cadenti. Purtroppo, vi renderete subito conto che l’oscurità del cielo è un bene raro. Ovunque vi nascondiate, vedrete aloni luminosi all’orizzonte. La luce diffusa dagli agglomerati urbani distanti decine di km è una scomoda presenza nei nostri cieli. Avete scoperto l’inquinamento luminoso, il tema del mio nuovo libro intitolato “Il cielo è di tutti”, edizioni Dedalo.
L’inquinamento luminoso è un subdolo prodotto della nostra civiltà che illumina troppo e male gli spazi esterni dimenticando che, per essere utile, la luce deve essere rivolta verso il basso, dove noi viviamo, e non verso l’alto, dove splendono le stelle. Le immagini della terra di notte, prese dai satelliti metereologici, dimostrano come la nostra civiltà sia luminosa ma certo non bene illuminata. Tutto quello che si vede in è luce artificiale che non è stata diretta verso il suolo ma, piuttosto, verso l’alto.È al tempo stesso uno spreco economico e un danno estetico perché se noi illuminiamo male la notte spegniamo le stelle e perdiamo uno degli spettacoli più emozionanti che la natura ci offre.