La scorsa settimana la NASA ha dato il via libera a SpaceX per effettuare il test definitivo della nuova capsula Crew Dragon, destinata a trasportare gli astronauti americani verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Il volo di prova, denominato Demo-1, è partito come da programma il 2 marzo con un veicolo senza equipaggio che lanciato dalla rampa 39° A di Cape Kennedy ed effettuerà l’aggancio in orbita con la stazione spaziale. A bordo, invece degli astronauti, ci saranno dei manichini a grandezza naturale.
La nuova capsula è stata messa in orbita con un razzo Falcon 9, lo stesso tipo utilizzato per la vecchia Dragon, il veicolo da trasporto che ha già effettuato più di una dozzina di viaggi nello spazio, trasportando i rifornimenti per la ISS.
Falcon 9 con la capsula Crew Dragon di Space X (Afp)
Ma i criteri di sicurezza per le missioni con equipaggio sono molto più stringenti e questo volo servirà per rassicurare la NASA che la nuova capsula Crew Dragon ha definitivamente risolto alcuni problemi tecnici, come quello con il computer di bordo per l’attracco in orbita o quello del paracadute che sarà utilizzato per l’ammaraggio finale.
Proprio per la presenza di aspetti ancora irrisolti, il test finale è stato rinviato diverse volte. Originariamente previsto per l’agosto dell’anno scorso, Demo-1 sembra finalmente pronto a spiccare il volo tanto atteso.
Dopo il ritiro dello Space Shuttle, infatti, la NASA ha dovuto utilizzare le capsule Soyuz russe per inviare i propri astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale, una situazione non certo gradita all’amministrazione americana, soprattutto in una fase di rapporti non proprio amichevoli con il Cremlino.
Il test di volo effettuerà una missione simile a quelle programmate nel prossimo futuro, con a bordo gli astronauti. Dopo il lancio rimarrà in orbita per circa un giorno prima di attraccare autonomamente alla ISS, dove resterà per meno di una settimana, per poi rientrare nell’atmosfera terrestre ed effettuare un tuffo nell’oceano Atlantico.
Falcon 9 con la capsula Crew Dragon di Space X (Afp)
Se tutto andrà come sperato (le prime fasi sono andate a buon fine), il primo volo operativo potrebbe avvenire a luglio; stavolta con a bordo Robert Behnken e Douglas Hurley, i due membri di equipaggio che sono già da tempo in addestramento per la missione inaugurale.
Insomma, dopo otto anni e oltre tre miliardi di dollari pagati all’agenzia russa Roscosmos, sembra imminente il momento in cui gli astronauti americani torneranno a viaggiare su veicoli “made in USA”.
Oltre a SpaceX, anche la Boeing ha ottenuto un contratto per trasportare astronauti verso la ISS. Il veicolo del gigante aerospaziale si chiama Starliner e, come la Crew Dragon, sarà in grado di trasportare sette astronauti verso la ISS. Anche la capsula della Boeing dovrebbe effettuare il suo volo inaugurale entro l’anno in corso.
Nel prossimo futuro, i voli americani verso l’orbita terrestre saranno in mano a compagnie private che effettueranno dei veri e propri servizi di “taxi spaziale” per gli equipaggi della NASA e, magari, per qualche facoltoso turista.
L’ente spaziale degli Stati Uniti, però, non starà con le “mani in mano”! È in dirittura finale la realizzazione della capsula Orion e del razzo SLS che, dopo oltre 50 anni, riporteranno gli astronauti americani sulla Luna.