Sembra che tutte le potenze spaziali del mondo vogliano tornare sulla Luna. Ma, mentre NASA, ESA, Giappone, Russia e India dicono di volere tornare sulla Luna, la Cina si appresta a farlo con la missione Chang’e 4 che partirà l’8 dicembre per allunare nel cratere von Karman, parte del South Pole Aitken Basin, il più grande, più profondo e più antico che si conosca, sito nella regione del polo Sud sulla faccia nascosta della Luna.
Si pensa che l’impatto che ha generato il cratere abbia portato in superficie materiale del mantello della Luna che potrà essere analizzato dagli strumenti di bordo del rover. Inoltre, il radar a bordo della sonda penetrerà fino a 100 m di profondità alla ricerca di strutture sotto la superficie.
Per permettere le comunicazioni che la sonda che non sarà mai “in vista” delle stazioni di Terra, nel maggio scorso la Cina ha messo in orbita al di là della Luna il satellite Quenqiao che farà da ponte radio.
Chang’e 4 è una prima assoluta nello studio della Luna perché nessuna sonda è mai allunata nella parte nascosta per l’ottimo motivo che poi sarebbe stato impossibile mantenere le comunicazione con la terra. Il programma lunare cinese, che è iniziato 30 anni dopo che russi e americani hanno perso interesse nel nostro satellite, è decisamente ambizioso e vuole bruciare le tappe.
Pensiamo che Chang’e 3, nel 2013, è stato il primo oggetto terrestre a posarsi sulla Luna dopo la missione sovietica del 1976 per la raccolta e il trasporto a terra di campioni lunari.
Avere un avamposto nella parte nascosta della Luna apre grandi prospettive scientifiche specialmente nel campo della radioastronomia, dal momento che si tratta del luogo più tranquillo che possiamo immaginare, completamente schermato dal “rumore” dei trasmettitori terrestri. Per questo gli scienziati cinesi hanno pensato ad un trio di strumenti radio uno su Chang’e 4, uno su Quenqiao ed uno su un microsatellite inserito da Quenqiao in orbita lunare.
Gli occidentali (e non solo) sono invidiosi delle opportunità che si aprono per i colleghi cinesi e premono sulle loro agenzie perché si diano una mossa.
La NASA giovedì scorso ha annunciato la lista di 9 compagnie americane che potranno competere per aggiudicarsi contratti per 2,6 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni per portare strumenti scientifici e tecnologici dalla Terra alla Luna. L’amministratore della NASA ha detto che l’agenzia sarà uno di molti clienti commerciali, ma è evidente che, almeno per qualche anno, gli strumenti cinesi domineranno incontrastati il nostro satellite.