La clonazione è un processo biologico che genera organismi geneticamente identici. I cloni di individui esistono in natura e sono molto comuni nelle piante negli animali unicellulari e multicellulari. Occasionalmente anche nell’uomo e in altri mammiferi con la nascita dei gemelli identici (monozigoti). La clonazione può essere invece effettuata tecnicamente dall’uomo con due metodi principali: il trasferimento di nuclei somatici (ottenuto da cellule riproduttive) e la suddivisione dell’embrione ai primissimi stadi dello sviluppo (come avviene in natura con i gemelli).
Fino al 1997 la tecnologia non era in grado di produrre cloni di mammiferi, ma soltanto cellule. Dopo il 1997, Ian Wilmut e Ryuzo Yanagimachi per primi, furono in grado di realizzare i primi mammiferi clonati artificialmente con la nascita della pecora Dolly e del topo Cumulina attraverso il trasferimento di un nucleo – e quindi di tutto il DNA – di una cellula adulta in un ovocita enucleato. Questo processo è stato poi ripetuto per 25 specie di mammiferi diversi (cane, scimmia, pecora, cavallo etc) e con qualche limitazione ha funzionato sempre. La clonazione per trasferimento di nucleo è impiegata oggi in zootecnia per la riproduzione di animali transgenici produttori di sostanze ad elevato valore commerciale (ad esempio latte, farmaci etc.) e per l’aumento numerico di animali a rischio di estinzione. Le scimmie sono una specie molto vicina a noi: hanno circa tra il 93%-99% (a seconda della specie) di DNA identico al nostro. I tentativi di clonazione di primati sono sempre falliti fino ad oggi, per questioni biologiche legate all’epigenetica (il vestito indossato dai geni) e per ragioni di costi e di numeri (sono pochi i laboratori autorizzati a sperimentare sui primati per costi e regolamentazioni restrittive). I ricercatori cinesi dell’Accademia delle Scienze di Shanghai hanno trovato il modo di superare queste difficoltà, sviluppando un originale protocollo che utilizza la proteina KDM4D, che agisce modificando il vestito indossato dai geni e un inibitore della cromatina (la tricostatina) che impedisce al “vestito” di formarsi. In questo modo, sono riusciti a stimolare 22 gravidanze e ottenere 2 neonati di macachi.
Un importante passo avanti
È certamente un importante passo avanti nella biologia e nella medicina perché apre nuovi scenari per la cura di molte malattie umane gravi come le malattie del sistema nervoso (Alzheimer, Parkinson, Ictus) perché il nostro cervello è molto più simile a quello dei primati che a quello di altri mammiferi. Ma oggi la possibilità di disporre di primati clonati è cruciale per la terapia genica attraverso la recente metodica dell’editing genetico. Con questa tecnica è infatti possibile correggere i geni mutati senza introdurre virus e con una precisione assoluta. Questa tecnica è stata già sperimentata su 267 animali (non primati) con successo. La combinazione quindi della clonazione per trasferimento di nucleo e l’editing del genoma si è rivelata molto potente e in grado quindi di fornire tutte le necessarie indicazioni per utilizzare nell’uomo la terapia genica senza rischi. Sperimentare questa tecnica sui primati è quindi di notevole importanza per trasferirla definitivamente al letto del malato affetto da malattie genetiche. È’ possibile quindi che i macachi, ancora una volta, porteranno ancora benefici all’umanità come in passato per lo sviluppo dei vaccini per la rabbia, il vaiolo e la poliomielite, nonché per la scoperta dei farmaci contro l’AIDS.
Tali progressi della ricerca generano problemi ed interrogativi di tipo etico ed è per questo che vanno gestiti e affrontati con la massima cautela e consapevolezza, nel rispetto dei principi di precauzione, responsabilità e tutela della vita, intesa sempre come fine, e mai mezzo, della ricerca.
La prossima tappa è l'uomo?
Molti in questi giorni hanno paventato scenari da fantascienza per la possibilità teorica di un distorto utilizzo di queste nuove conoscenze. Clonare un essere umano è inutile e scientificamente immotivato. La clonazione umana è stata talvolta proposta per migliorare le qualità genetiche dell'umanità: clonando ad esempio individui di grande successo nello sport, nella musica, nelle arti, nella scienza, nella letteratura, e nella politica. Gli ostacoli e gli inconvenienti per questo scopo, sono molti e insuperabili, almeno allo stato attuale delle nostre conoscenze. Il genoma può essere clonato, ma l'individuo stesso ovvero il fenotipo, non essere clonato. Il carattere, la personalità e le caratteristiche diverse da quelle anatomiche e fisiologiche che costituiscono l'individuo non sono determinate con precisione dal genotipo.
I nostri figli continueranno a nascere attraverso la fecondazione di una cellula uovo di donna da parte di uno spermatozoo di un uomo, e quindi mediante quel processo biologico straordinario che assicura la variabilità genetica indispensabile per sopravvivere in un mondo che cambia in continuazione.