Palazzolo Acreide, Sicilia. Settembre 2015. Un'azienda molitoria decide di far installare una centrale solare fotovoltaica a servizio dei propri consumi elettrici. In poche settimane vengono installati su 4mila metri quadri di terreno rimasto fino ad allora inutilizzato 1280 pannelli (moduli) in silicio policristallino assemblati in Italia.
Nel gennaio 2016 l'impianto viene collegato alla rete elettrica nazionale ed inizia a funzionare. È costato 414mila euro ed ha una potenza nominale di 320 kW (chilowatt). In altre parole, l'azienda che lo ha commissionato ha speso 1 euro e 29 centesimi per ogni Watt di potenza. 'Chiavi in mano': ovvero l'impianto compreso di tutto quanto serve a farlo funzionare correttamente inclusi il sistema di montaggio, i cavi, i quadri elettrici e gli inverter che convertono la corrente continua generata dai moduli fotovoltaici in alternata con efficienza >98%.
La produzione attesa è superiore ai 500mila kWh (chilowattora: una comoda unità di misura per l'elettricità) annui. Per la precisione sono attesi 507.937 kWh il primo anno, con un tasso di diminuzione della produzione dello 0.4% all'anno. Ai livelli produttivi del 2016, il 72% dell’energia prodotta dall'impianto solare viene autoconsumata. L'azienda risparmia in questo modo 54.000 euro all'anno sulla vecchia bolletta elettrica.
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Prendendo in considerazione pure l’energia immessa in rete e venduta, il ritorno dell’investimento è atteso in circa 6 anni. Ma la durata garantita dell'impianto è di 25 anni, in cui la centrale solare genererà 12.7 milioni di kWh. Il costo del kWh solare, dunque, in Sicilia già all'inizio del 2016 era di poco superiore ai 3 centesimi di euro. Quello acquistato dalla rete dall'azienda costava quasi 15 centesimi.
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Per le famiglie la scelta sarà obbligata
Non passerà dunque molto perché ogni famiglia ed ogni azienda in Italia si doti di un impianto fotovoltaico: il cui prezzo, nei diciotto mesi successivi, non ha fatto che diminuire. Solo nel corso del 2016 il prezzo dei moduli è diminuito in ragione di percentuali comprese fra il 15 e il 30 per cento, a seconda della specifica tecnologia fotovoltaica.
Ovunque nel mondo, imprese e famiglie desiderano l'energia elettrica generata pressoché gratuitamente dal sole con il fotovoltaico. A nulla sono serviti ad esempio i pesanti dazi imposti negli Stati Uniti nel 2012 alle importazioni dei pannelli prodotti in Cina. E quattro anni dopo sono proprio gli Usa, dove i pannelli sono scambiati a 39 centesimi di dollaro al Watt, a far registrare un grande balzo in avanti che li vede superare la Germania e, con una potenza installata di 42 GW (gigawatt), divenire secondi dietro solo alla Cina quanto a dimensioni del parco fotovoltaico nazionale.
"I bassi prezzi delle merci - scriverà Marx nel 1848 - sono l'artiglieria pesante con cui la borghesia abbatte tutte le muraglie cinesi". Il filosofo tedesco non farà in tempo a vedere il dispiegarsi dell'elettrificazione basata sulle grandi centrali idroelettriche prima, e termoelettriche e termonucleari dopo. Ma forse non sarebbe rimasto sorpreso a vedere che la rivoluzione energetica globale resa possibile della generazione distribuita basata sul fotovoltaico sarebbe avvenuta grazie alla Cina e al suo formidabile sistema produttivo.