I primi dinosauri potrebbero aver deposto uova dal guscio morbido e flessibile, non duro come si riteneva in precedenza. Lo hanno ipotizzato in un articolo pubblicato sulla rivista Nature gli esperti dell'American Museum of Natural History e della Yale University, che hanno applicato metodi geochimici per analizzare le uova di diversi dinosauri vissuti in periodi diversi, ipotizzando delle similitudini con le uova delle tartarughe.
"Abbiamo sempre ipotizzato che le uova dei dinosauri fossero dure e salde, ma il nostro studio dimostra che questa concezione potrebbe derivare da preconcetti errati. Secondo i risultati che abbiamo ottenuto, infatti, le uova dal guscio duro potrebbero essersi sviluppate per omoplasia, cioé in maniera indipendente senza un progenitore comune, almeno tre volte nell'evoluzione dei dinosauri", spiega Mark Norell, dell'American Museum of Natural History.
"Negli ultimi 20 anni, sono stati trovati reperti di uova di dinosauro in tutto il mondo, che potrebbero essere classificate in tre gruppi: i teropodi, che includono uccelli moderni, adrosauri avanzati e sauropodi, tra cui rientrano i dinosauri dal collo lungo. Abbiamo trovato anche migliaia di resti scheletrici fossili di ceratopsi, ma nessuna delle loro uova", prosegue l'esperto, spiegando che la motivazione di questi mancati ritrovamenti potrebbe essere dovuta proprio alla conformazione delle loro uova, che ne rende quasi impossibile la conservazione nel lungo termine.
"Tutti gli amnioti, il gruppo che comprende uccelli, mammiferi e rettili, producono uova con una membrana interna che ha lo scopo di prevenire l'essiccamento dell'embrione. Alcuni animali, come le tartarughe, depongono uova dal guscio morbido, altri, come gli uccelli, producono uova calcificate, che offrono una maggiore protezione contro le perturbazioni ambientali", continua ancora Norell, spiegando che l'utilizzo di tecnologie avanzate come la microspettroscopia Raman e delle analisi chimiche hanno permesso al gruppo di ricerca di identificare una membrana proteica non biomineralizzata che potrebbe confermare l'ipotesi di uova dal guscio morbido.
"Per essere sicuri che i dati derivassero effettivamente da una composizione realistica di uova di dinosauro, abbiamo analizzato la composizione chimica e le proprietà meccaniche dei gusci di uova di 112 altri esemplari ed elaborato un albero genealogico in grado di ricostruire i passaggi evolutivi di queste caratteristiche", afferma Jasmina Wiemann dell'Università di Yale, aggiungendo che secondo i risultati dello studio, le uova a guscio duro potrebbero essersi evolute almeno tre volte nella storia dei dinosauri. "La nostra ricerca dimostra che i primi arcosauri deponevano uova dal guscio morbido, che probabilmente venivano interrate nella sabbia o nella terra umida per garantire protezione all'embrione, come fanno molte specie di rettili ancora oggi", concludono i ricercatori.