I calamari di Humboldt, una specie che vive nelle profondità degli abissi, hanno sviluppato una forma di comunicazione che avviene grazie a segnali bioluminescenti. Lo riporta in un articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences un team di ricercatori californiani provenienti da diversi istituti. Gli scienziati, i quali hanno analizzato diverse ore di registrazioni video in cui apparivano i calamari di Humboldt, o Dosidicus gigas. "Le immagini sono state ottenute grazie a una telecamera montata su un sottomarino a comando remoto, o ROV, che navigava al largo della costa della California", spiega Benjamin Burford della Standford University in California.
"Nell'oscurità dell'oceano, questi calamari lampeggiavano in presenza di altri esemplari della stessa specie", aggiunge Bruce Robison del Monterey Bay Aquarium Research Institute di Moss Landing, California. "Gli animali riescono ad emettere segnali bioluminescenti grazie ad alcuni organi specifici che si sono evoluti per consentire al loro corpo di brillare. C'era uno schema nell'attivazione del segnale luminoso", affermano i ricercatori. "Quando inseguivano una preda, il loro corpo appariva normale, per poi illuminarsi subito prima di attaccare", precisa Burford, ipotizzando che la bioluminescenza in questa specie possa essere un meccanismo evolutivo che consente ai calamari di non scontrarsi l'un l'altro e di cooperare piuttosto che competere per la raccolta di cibo.