L'iceberg che si è appena staccato dall'Antartide ha una superficie grande come la Liguria, come Trinidad e Tobago, come lo stato americano del Daleware, come il doppio del Lussemburgo o un terzo del Galles, mentre porta in giro per il mare di Weddell, all'estremo sud dell'Oceano Atlantico, una massa d'acqua pari al doppio del Lago Erie, uno dei più imponenti dell'area dei Grandi Laghi tra Stati Uniti e Canada.
Il racconto dei media si sforza di trovare paragoni per rendere ai lettori l'idea chiara della dimensione di quanto sta accadendo, proviamo a capire con l'aiuto della scienza qual è il significato più generale che possiamo cogliere da questo episodio.
"Recenti osservazioni satellitari mostrano che la calotta polare dell'Antartide, in particolare nella parte occidentale, si sta assottigliando. Si presume che tra le cause ci siano sia un riscaldamento sia dell'oceano sottostante, che l'aumento delle temperature atmosferiche in superficie".
Sono parole di Florence Colleoni, che al CMCC concentra i suoi studi sull'evoluzione della calotta polare, su come è cambiata nei millenni (paleoglaciologia è il nome della disciplina) e cosa possiamo aspettarci per il futuro. Detto in altre paro CMCCle si può definire Florence una modellista delle calotte polare, unica in Italia a svolgere attività di modellistica su questo specifico ambito. Ricerca che non si sviluppa solo davanti a un computer, ma che quest'anno ha portato Florence in Antartide, nel Mare di Ross, a bordo della nave OGS Explora nell'ambito della XXXII spedizione Italiana in Antartide (qui una galleria di immagini).
"Si deve essere sempre molto cauti nel valutare un singolo episodio come il recente distaccamento dell'iceberg dalla piattaforma Larsen C – spiega Colleoni. "Tuttavia, il contesto in cui questo avviene ci può fornire utili chiavi di interpretazione. Questo anno, le temperature oceaniche rilevate vicino alle coste dell'Antartide sono state superiori alla media registrata negli ultimi 30 anni. Durante la spedizione nel Mare di Ross, tra gennaio e marzo (mesi dell'estate australe), non abbiamo visto traccia di banchisa. Alcuni fiordi della costa di Victoria Land che sono di solito chiusi dal ghiaccio, erano eccezionalmente aperti alla navigazione. E questo è un segnale preoccupante".
I cambiamenti climatici hanno dunque a che fare con lo stato dei ghiacci dell'Antartide e con le ripercussioni sul resto del Pianeta? La risposta è complessa, non basta un semplice sì o no, soprattutto se si prende in considerazione il fatto che, oltre agli iceberg che prendono il largo, la questione riguarda l'assottigliamento della calotta polare.
"L'Antartide – sottolinea Florence – è la più grande riserva d'acqua dolce del Pianeta. Ha iniziato a formarsi 35 milioni di anni fa e da allora, anche se la sua dimensione è cambiata nel tempo, non si è più sciolta. Capire se la calotta antartica risponde e come ai cambiamenti climatici è difficile, perché è una zona remota, estrema, che richiede studi e misure complesse.
Però, nel corso degli ultimi anni ricerche basate su collaborazioni internazionali ci hanno permesso di verificare che la parte occidentale dell'Antartide si sta assottigliando. È un segnale molto visibile se si guarda la piattaforme di ghiaccio che circondano la costa di questa zona e che mostra evidenti segnali di un assottigliamento molto marcato.
Fino ad ora non si erano mai osservati episodi di scioglimento dell'Antartide in superficie. La comunità scientifica era concorde nell'affermare che la gran parte della perdita di massa dell'Antartide fosse riconducibile agli iceberg. È ancora così, ma ci sono segnali di un cambiamento per cui le cose in futuro potrebbero essere molto diverse. Ad esempio, abbiamo oggi a disposizione le prime immagini satellitari di fiumi superficiali di acqua sciolta in alcune zone dell'Antartide.
È una testimonianza straordinaria di un fatto sensazionale: vuol dire che in anni eccezionalmente caldi (e ne accadono sempre più spesso), la superficie dell'Antartide inizia a sciogliersi. Inoltre, la dinamica delle correnti sembra spingere le acque oceaniche calde verso le coste dell'Antartide, sciogliendo da sotto le piattaforme di ghiaccio".
Dunque, se il distaccamento di un iceberg, per quanto grande, non è di per sè una prova di cambiamenti in corso, ci sono segnali, sempre più evidenti che l'Antartide sta perdendo massa di ghiaccio. E non è una buona notizia.
di Mauro Buonocore - Ufficio Stampa CMCC