L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lancia l'allarme: dodici diverse emergenze batteriche mondiali per la capacità di resistere agli antibiotici.
Il problema certamente non è nuovo: sin dall'introduzione della penicillina ci si era resi conto che esistevano batteri resistenti agli antibiotici. Il motivo è semplice: gli antibiotici esistono in natura da molto prima che l'umanità imparasse a utilizzarli in campo medico, essendo parte dei meccanismi di difesa naturali di molti organismi nei confronti dei batteri. A loro volta i batteri, i veri signori della biosfera da miliardi di anni, hanno evoluto geni che esprimono proteine in grado di distruggere gli antibiotici. La cattiva notizia è che questi geni possono essere scambiati facilmente tra specie batteriche diverse, diffondendo quindi la capacità di resistere agli antibiotici, come avviene oggi per il principale killer batterico mondiale: la tubercolosi.
Purtroppo, fino a non molto tempo fa, il problema della resistenza agli antibiotici è stato sottovalutato: i farmaci funzionavano, le infezioni guarivano, ma spesso si usavano antibiotici anche quando non erano strettamente necessari o si usavano male, cioè con tempi e dosi di somministrazione non ottimali. Come Darwin ci insegna, in questo modo si favorisce la diffusione delle resistenze attraverso i meccanismi di selezione naturale.
La situazione fotografata dall'OMS.
Per la sua classificazione l'OMS ha scelto di utilizzare esclusivamente parametri scientifici. Dieci domande poste ad un panel di 70 esperti internazionali per classificare le specie batteriche più pericolose, le cui risposte sono state incrociate con un'analisi informatica delle evidenze sperimentali disponibili nella letteratura scientifica. La prima classificazione risultante è poi stata sottoposta ad un ulteriore processo di valutazione da un secondo gruppo di esperti revisori.
Alla fine sono state individuati dodici diversi tipi di patogeni batterici.
Di priorità critica sono considerati
- Acinetobacter baumanii ,
- Pseudomonas aeruginosa
- La famiglia delle Enterobacteriaceae, che comprende a sua volte numerosi patogeni come:
- Klebsiella
- Escherichia coli.
Con elevata priorità sono stati classificati
- Enterococcus faecium,
- Staphylococcus aureus,
- Helicobacter pylori,
- Neisseria gonorrhoeae,
- Campylobacter
- Salmonella.
Nella classe di priorità media sono finiti
Anche se i nomi di molti di questi batteri possono suonare esotici, le infezioni che causano sono molto familiari: polmoniti, meningiti, salmonellosi, gonorrea, solo per citarne alcune. Molti di questi patogeni colpiscono negli ospedali, causando infezioni opportuniste o sono diffusi nella popolazione infantile. Un precedente rapporto dell'OMS, ad esempio, riportava che ogni anno in Europa il solo Staphylococcus aureus antibiotico-resistente causa oltre 170.000 infezioni e più di 5.000 decessi.
La scelta di sviluppare un nuovo antibiotico per un'industria farmaceutica si basa su parametri quali la domanda di mercato e i costi associati alla ricerca e sviluppo. Il risultato è che dalla metà degli anni '80 a oggi, il numero dei nuovi antibiotici sviluppati dall'industria si è ridotto progressivamente di oltre il 70 per cento. Con l'identificazione di queste priorità, l'OMS vuole sottolineare l'urgenza per un rinnovato sforzo di tutti gli attori, pubblici e privati, nel finanziare la ricerca e lo sviluppo di nuove armi per fronteggiare quella che si annuncia come una vera strage: uno studio inglese dello scorso anno, infatti, ha stimato che il costo in vite umane dei batteri resistenti agli antibiotici nel 2050 arriverà a 10 milioni di decessi all'anno. E' tempo di agire.