L'8 giugno del 2012 è una data che sarebbe potuta diventare storica. Quel giorno, per la prima volta nel mondo occidentale, il massimo potere esecutivo di Uno Stato, in questo caso il presidente del Consiglio, avallò la previsione di un terremoto. Durante una conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi Mario Monti dichiarò che c'era una significativa probabilità di un'imminente forte scossa sismica a Ferrara. Si sarebbe attivato il "terzo segmento", come poi specificarono gli "esperti".
Terzo segmento perché il 20 e il 29 maggio nella Bassa Emiliana si erano verificate due scosse, cioè si erano attivati due segmenti di faglia provocando un diffuso danneggiamento e, specialmente il secondo, numerose vittime. La scossa nel Ferrarese, il terzo segmento, sarebbe stata innescata nel breve periodo dalle due precedenti. Non è dato sapere sulla base di quali ragionamenti scientifici si fosse giunti a un tale improvvido convincimento.
Durante la conferenza, Monti ringraziò per la collaborazione scientifica il presidente della Commissione Grandi Rischi (Cgr), il coordinatore della sezione sismica della Cgr e il presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
L'attivazione del cosiddetto "terzo segmento" come conseguenza dell'attivazione dei due precedenti non ha alcun fondamento scientifico per chi ha dimestichezza con la moderna sismologia e conosce la geologia della zona. Già ai primissimi giorni di giugno si poteva infatti affermare che la sequenza sismica era conclusa: non si sarebbero più verificate scosse forti.
Una domanda inquietante rimasta senza risposta
Benché siano passati cinque anni su questa vicenda è rimasta senza risposta una domanda, sotto certi aspetti inquietante. Perché la Cgr non si riunì tempestivamente il 20 maggio dopo la prima scossa? È del tutto ovvio che si doveva riunire come sempre si è fatto per dare le indicazioni sismologiche utili a gestire l'emergenza nell'immediato. È proprio per questo scopo che la Cgr venne creata da Zamberletti quando nel 1976 in Friuli si verificò una forte scossa a distanza di pochi mesi dalla prima creando non pochi problemi.
Non v'è dubbio alcuno che l'autorevolezza del Presidente del Consiglio sarebbe stata molto più proficuamente spesa immediatamente dopo la prima scossa, vista la sua disponibilità ad avallare le indicazioni degli "esperti" e visto che è ben noto a tutti che una seconda scossa più o meno della stessa entità della prima, ravvicinata nel tempo, in Italia va sempre presa in considerazione. Bastava ricordare l'Umbria 1997, l'Irpinia 1980, il Friuli 1976, il Belice 1968 ... E praticamente quasi tutti i terremoti italiani di una certa importanza.
Quelle ipotesi fantasiose sulle cause
Le vittime della seconda scossa si sarebbero evitate se Monti avesse lanciato l'allarme tempestivamente dopo la prima scossa e non l'8 giugno quando non c'era più pericolo. Il Presidente del Consiglio e i suoi tre consiglieri scientifici si sarebbero guadagnati gloria imperitura. Invece niente, anzi gli "esperti" coinvolti avrebbero dovuto essere inquisiti per un'omissione gravissima se non addirittura per omicidio colposo dato che la maggior parte delle vittime si ebbe con la seconda scossa, quella del 29 maggio. Vittime che potevano essere evitate: non a caso alcuni Sindaci dei Comuni della zona epicentrale segnalarono in maniera veemente questo fatto. Fu allora che vennero "stranamente" fatte circolare ipotesi fantasiose sulle cause dei terremoti come se la tettonica a placche in Emilia non valesse. Si arrivò a sostenere che le due forti scosse fossero state generate da trivellazioni petrolifere. O che fossero conseguenze del fracking (fratturazione di rocce profonde per estrarne gas) addirittura eseguito clandestinamente.
Neanche nei film di fantascienza succedono cose simili. Ciononostante si discusse a lungo di queste possibilità ridicole, tanto da far passare sotto silenzio l'incongrua previsione "ritardata", l'assenza della Cgr il 20 maggio 2012 e le responsabilità degli amministratori regionali che avrebbero dovuto imporre e verificare il rispetto rigoroso delle norme di sicurezza antisismica. Addirittura, per chiarire le "misteriose" origini delle scosse emiliane fu nominata dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con la Regione Emilia Romagna una Commissione "internazionale" (con acronimo ICHESE) dalla quale sismologi seri furono tenuti e/o si tennero lontani.
ICHESE nel suo rapporto finale esplicitamente non escluse che le estrazioni petrolifere avessero potuto innescare le due forti scosse. Questo rasserenò "esperti" e amministratori. Avrebbe però provocato anche il blocco di tutta l'industria estrattiva nazionale se non fosse provvidenzialmente intervenuta una Commissione di sismologi americani, finanziata dall'ENI, che all'unanimità affermarono che i risultati della Commissione ICHESE non erano sufficientemente dimostrabili.
Come si arrivò alla "previsione"?
Anche se i risultati di ICHESE non sono mai stati smentiti ufficialmente tutto poté riprendere come prima. Quest'ultimo passaggio avvenne in barba agli sviluppi della moderna sismologia, in barba al buon gusto e senza neanche un minimo senso del ridicolo. Comunque dopo cinque anni di "ricerche" e riflessioni ho trovato la spiegazione del perché gli "esperti" convinsero sé stessi e il Presidente Monti della possibilità dell'attivazione del terzo segmento. Fu semplicemente un "o la va o la spacca".
Non avendo dato, come sarebbe stato loro dovere, alcun'indicazione immediatamente dopo la prima scossa e avendo così perso ogni credibilità tentarono il tutto per tutto per riconquistarla nel modo più semplice possibile: diffondendo la paura. Effettivamente il timore di una terza scossa con tutto quel che può comportare per tanta gente già terrorizzata da due scosse violente, da morti e feriti e da un danneggiamento molto esteso fece distogliere l'attenzione dai loro comportamenti gravemente omissivi.
Se ci fosse stata la terza scossa sarebbero diventati famosi. Se non ci fosse stata sarebbero rimasti i perfetti sconosciuti che sono ma la gente avrebbe tirato un sospiro di sollievo...E si sarebbero evitate complicazioni giudiziarie. In ogni caso un risultato positivo.