La corrente del Golfo si sta impigrendo. E la cosa ci riguarda da vicino
La corrente del Golfo si sta impigrendo. E la cosa ci riguarda da vicino
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Le ipotesi in campo

  • Uno studio (Thronalley et al., 2018) analizza le dimensioni dei sedimenti dei fondali delle aree polari, e da esse ricostruisce le velocità della corrente che li ha depositati. Valore trovato: indebolimento del 15%. Inizio del segnale: dopo un periodo relativamente stabile a partire dal 450 DC, lo studio trova un cambio di velocità significativo attorno al 1850. Gli autori lo collegano ad un segnale, per così dire, “naturale”, la fine del periodo della Piccola Glaciazione. Tradotto: è arrivata più acqua dai ghiacciai che si scioglievano perché aumentava la temperatura della Terra, e questo ha iniziato a impigrire la AMOC.
  • L’altro studio (Caesar et al., 2018) utilizza (finalmente direi, come richiamato spesso in “Oceani”!) modelli matematici accoppiati per ricostruire le correnti della zona polare e le confronta con i segnali di temperatura superficiale dell’acqua, e indaga un periodo più breve. Valore trovato: indebolimento del 15%. Inizio del segnale: 1950 circa. Gli autori lo collegano all’incremento di concentrazione di anidride carbonica in atmosfera, conseguenza delle enormi emissioni derivate dall’utilizzo di combustibili fossili (gas, petrolio, carbone) da parte dell’uomo. Tradotto: l’aumento di gas serra ha generato un aumento delle temperature medie, e quindi anche uno scioglimento dei ghiacci, che ha riversato tanta acqua non-salata da impigrire la AMOC.

Di che numeri stiamo parlando?

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