II prossimo anno non avremo il vaccino universale contro ogni possibile virus influenzale presente o futuro. Ma i semi per ottenere questo traguardo sono già piantati e nel prossimo anno vedremo se germoglieranno. Ricercatori della Mount Sinai School of Medicine di New York, hanno identificato porzioni delle proteine di superficie del virus dell'influenza A, emoagglutinina e neuraminidasi, altamente conservate tra tutti i virus influenzali e che non cambiano nel tempo a causa di mutazioni genetiche.
Hanno quindi generato un vaccino basato su di un virus ricombinante che esprime alla superficie solo questi "pezzi" conservati delle proteine e che si è dimostrato capace di conferire protezione contro molteplici ceppi influenzali in modelli animali. Un primo studio clinico sull'uomo è in corso e i risultati si sapranno l'anno prossimo. E' un primo passo, ma fondamentale, anche se un vaccino per l'uso di massa richiederà ancora anni (ma non decenni). Ma il prossimo anno sarà eccitante anche sul fronte delle terapie basate su cellule staminali.
Ad esempio, dalle cellule staminali potrebbe arrivare il primo pan-vaccino anticancro. Ricercatori dell'Università di Stanford, in California, partendo dall'osservazione che cellule staminali pluripotenti indotte iPSCs (ovvero cellule staminali ottenute in laboratorio a partire da cellule adulte, secondo la procedura messa a punto da Shinya Yamanaka nel 2006 e che gli ha valso il Premio Nobel per la Medicina nel 2012) condividono alcune caratteristiche antigieniche con le cellule tumorali, hanno iniettato iPSCs inattivate (cioè non più in grado di proliferare) in topolini modello per cancro della mammella, mesotelioma e melanoma.
Queste cellule, che presentano antigeni simili alle cellule tumorali, si sono dimostrate in grado di indurre una risposta immunitaria negli animali in grado di inibire la crescita dei diversi tumori (2). Si tratta di un approccio potenzialmente rivoluzionario e che un domani potrebbe affiancarsi alle immunoterapie contro il cancro già in uso clinico e premiate con il Nobel per la medicina di quest'anno a James Allison e Tasuku Honjo.
Il 2019, quindi, non sarà l'anno in cui sconfiggeremo l'influenza o il cancro, ma potrebbe essere l'anno in cui le ricerche in questa direzione potranno avere una svolta fondamentale. Lo speriamo tutti.