Da qualche giorno siamo bombardati da questa notizia che rimbalza qui e là nell’etere riportando più o meno la stessa citazione “’armpit sex è un sostituto della penetrazione sia nel rapporto uomo/donna che in quello donna/donna. E può essere definito come l’ultimo gradino di una lunga tradizione del feticismo dell’ascella, altrimenti definito scientificamente come mascalagnia”.
Si parla di una diffusione di questa modalità soprattutto tra gli adolescenti, al fine di evitare la penetrazione che può portare con sé diverse conseguenze. Non abbiamo dati precisi in questo senso, tanto da poter affermare che questa modalità sia così diffusa tra gli adolescenti come alternativa ai rapporti sessuali penetrativi, e la notizia mi sembra più un modo per fare scalpore su un argomento come il sesso dove ormai è stato detto di tutto e di più.
Cerchiamo di fare un minimo di chiarezza.
La mascalagnia è citata come una parafilia feticista, che utilizza cioè una parte del corpo (in questo caso l’ascella) o un oggetto per eccitarsi sessualmente al posto della persona intera, e si definisce come tale laddove la persona che la vive ne fa un interesse prevalente e specifico. La parafilia diventa invalidante, e quindi diventa un disturbo parafilico secondo la nuova classificazione del DSM5, quando impatta significativamente nella vita sociale e/o professionale della persona. Riguardo questa parte del corpo possiamo parlare quindi di un qualcosa che va dal semplice interesse di odorare, leccare, toccare le ascelle alla simulazione del rapporto penetrativo (sesso ascellare), in maniera aggiuntiva al rapporto sessuale tradizionale oppure in modo continuativo ed esclusivo.
Perché è azzardato parlare di nuova moda tra gli adolescenti
Questo tipo di modalità, ha certo i suoi detrattori, vanta una categoria specifica su Pornhub, ma da qui a dire che è la nuova modalità di sessualità tra gli adolescenti mi sembra veramente azzardato. L’adolescenza è un periodo importante per il nostro sviluppo emotivo, cognitivo, sociale e sessuale ed è vero che è anche un periodo di sperimentazioni, di prove ed errori rispetto al comportamento sessuale per trovare la propria direzione, che poi magari sarà modificata ulteriormente.
Ad oggi però non mi risulta ci siano studi pubblicati sugli adolescenti in questo senso, la ricerca su pub med, la banca dati più importante per la ricerca di articoli scientifici riporta 0 risultati. Possono esserci certo dei dati clinici, del singolo professionista, che sarebbe opportuno spartire in sedi scientifiche per un confronto e una maggiore comprensione del comportamento citato.
Questo modo di fare notizia sulla sessualità ricorda la modalità dei paparazzi degli anni sessanta che pur di far scalpore individuavano le situazioni più particolari, più rare, più compromettenti dei personaggi pubblici di quegli anni; oggi abbiamo sostituito il sesso e la sessualità ai VIP ma la modalità è molto simile. Ed è preoccupante questo parlare di sessualità senza fare riferimento a dati scientifici, alimentando in tal modo un discorso sulla sessualità da bar, dove tutti si sentono nella condizione di poter dire la propria alimentando in questo modo miti, pregiudizi, false informazioni o informazioni scorrette.