L'influenza è arrivata, sebbene ancora a livelli bassi. L'incidenza nella scorsa settimana (26 Novembre- 2 Dicembre) è stata di 2,5 per mille, in linea con la passata stagione e ancora al di sotto della soglia che annuncia l'arrivo del picco.
Se l'andamento rimarrà come quello dello scorso anno, ci si attende un'impennata già nelle prossime settimane e il raggiungimento del picco verso Capodanno, lievemente in anticipo rispetto all'atteso, con la massima intensità che si registrava solitamente alla fine di Gennaio.
Ma già nelle due precedenti epidemie, 2016-2017 e 2017-2018 si era osservato un certo anticipo e quest'anno potrebbe non fare eccezione.
Freddo e umidità complici del virus
Complice un freddo non particolarmente intenso e l'umidità, fattori che favoriscono la circolazione del virus. Al momento sembra che il virus predominante sia il tipo A/H3N2, seguito da A/H1N1, mentre il virus di tipo B, che aveva avuto grande diffusione lo sorso anno, al momento circola a bassi livelli. L'influenza, tuttavia è imprevedibile, ed è forse presto per sapere quale virus dominerà, anche perché potrebbe cambiare durante la stagione, quindi una persona che abbia contratto l'influenza A/H3N2 all'inizio, potrebbe riammalarsi più avanti di influenza di un altro ceppo, ad esempio il tipo B.
L'importanza di vaccinarsi
Quindi è importante proteggersi con la vaccinazione. Quella consigliata a tutti è la tetravalente, che protegge dai due ceppi A (H3N2 e H1N1) e dai due ceppi B circolanti. In particolare si consiglia di vaccinare i bambini, che all'inizio di questa stagione appaiono la fascia più colpita. Ricordiamo che i virus influenzali possono essere causa di complicazioni serie in età pediatrica.
La vaccinazione impiega circa quattro settimane per conferire piena protezione, per cui chi è un po' in ritardo e si vaccina adesso, potrebbe essere comunque pronto a fronteggiare il picco dopo Capodanno.
Le altre categorie per cui è fortemente raccomandata la vaccinazione (ed è offerta gratuitamente) sono come ogni anno gli over 65, le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza e tutte le persone tra 6 mesi e 65 anni che soffrano di patologie croniche dell'apparato respiratorio, cardiocircolatorio, diabete, insufficienza renale, immunodepressione anche farmacologica o da infezione da HIV, epatopatie. Inoltre tutti i professionalmente esposti, in particolare addetti a servizi essenziali ed operatori sanitari, dovrebbero vaccinarsi.
Il vaccino funziona
Una buona notizia soprattutto per le persone della terza età. Uno studio condotto su oltre 100.000 pazienti danesi affetti da insufficienza cardiaca, ha dimostrato che la vaccinazione periodica contro l'influenza diminuisce di quasi il 20 per cento il rischio di morte. Un altro buon motivo per vaccinarsi. Ricordiamo che si punta ad un minimo del 75 per cento di copertura vaccinale per le categorie a rischio, ma nella scorsa stagione la media nazionale per gli over 65 è stata del 53 per cento, con punte massime regionali del 63 per cento e minime del 35 per cento.
Tra l'altro continuando un trend in diminuzione che negli ultimi sei anni ha portato la copertura media nazionale per le persone sopra i 65 anni ad abbassarsi di 10 punti percentuali (dal 63 per cento nel 2012 al 53 per cento nel 2018). La copertura media per la popolazione generale l'anno scorso è stata del 15 per cento. Davvero troppo poco.