AGI - "Seppur rari, i Citrobacter rappresentano una famiglia di batteri potenzialmente molto dannosi". Lo ha detto all'AGI Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all'Università Cattolica e direttore dell'Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, in relazione alla diffusione del "batterio killer" presso l'ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, di Verona, dove sono stati registrati più di 96 casi di contagio e 4 decessi provocati da Citrobacter nel reparto di neonatologia.
"Questa famiglia di batteri - spiega Cauda - si declina in diverse specie, è stato definito per la prima volta nel 1932 da Werkman e Gillen.
I Citrobacter in generale possono provocare diverse malattie, alcune, soprattutto negli adulti, interessano le vie respiratorie o il tratto urinario, ma nei neonati possono verificarsi delle forme molto gravi che colpiscono il sistema nervoso centrale e talora determinano sepsi".
L'esperto aggiunge che in questi casi possono verificarsi meningiti e alterazioni spiccate e diffuse che ne rendono la forma patologica piuttosto rilevante, specialmente nei neonati in cui il sistema immunitario non e' ancora del tutto sviluppato.
"Si assiste a un tasso di mortalità elevato - commenta ancora il docente - stimata attorno al 30 percento nelle varie casistiche. Fortunatamente non si tratta di un'infezione molto frequente in assoluto, anche se può capitare che si verifichi all'interno di un ospedale".
"Quello che è capitato a Verona - conclude Cauda - sarà oggetto di un'attenta valutazione da parte delle autorità preposte, per cui non mi sento di esprimere alcun giudizio".