Tra gli effetti collaterali del reddito di cittadinanza, ce n’è uno che finora è passato inosservato. Infatti potrebbe essere l’occasione per far finalmente decollare lo SPID. SPID è un acronimo che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale. In pratica è il sistema con cui accedere a tutti i servizi della pubblica amministrazione con un clic, senza dover ogni volta ridare le nostre credenziali.
Lo dico meglio: entri, ovvero ti logghi (la Crusca mi perdoni), e a quel punto puoi fare tutto, iscrivere i tuoi figli a scuola, pagare una multa e cambiare residenza. Sei tu. E la pubblica amministrazione grazie a SPID lo sa. Un po’ come accade con il pulsante di Facebook con il quale ci registriamo in moltissimi siti web: in quel caso è Facebook che garantisce sulla nostra identità (e in cambio si prende i dati della nostra navigazione, per poterci profilare meglio).
SPID insomma è un progetto importante sulla strada che farà diventare gli italiani digital: lanciato in pompa magna nel 2016, è sostanzialmente ancora al palo. Sul sito dell’AGID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, il contatore dice che ad oggi hanno attivato SPID 3 milioni e 406 mila persone. Pochissime per chi ricorda che l’obiettivo erano 3 milioni nel primo anno. E ancora meno se consideriamo che lo SPID era obbligatorio per i docenti e i 18 enni che hanno beneficiato dei 500 euro del bonus cultura.
Conte e Di Maio con la card del reddito di cittadinanza (Afp)
Ora SPID diventa la chiave per accedere al reddito di cittadinanza: vuol dire che 5 milioni di italiani, disoccupati e a basso reddito, potranno registrarsi con SPID e chiedere il reddito online. Dal punto di vista della digitalizzazione, è una grande opportunità. Vuol dire in un colpo solo triplicare il numero di persone coinvolte sfiorando i 10 milioni. È il momento giusto per rimettere mano ad un progetto che ancora non funziona come potrebbe. Pochi sono ancora i servizi collegati.
E poi SPID è erogato da otto aziende private (come Poste, TIM, Aruba), con l’idea che sopra ci si possa fare del business. Tra l’altro doveva essere gratuito per due anni: ne sono trascorsi tre dal lancio ed è chiaro che imporre un pagamento è complicato visto che si tratta di un servizio essenziale per i cittadini che fa funzionare meglio la pubblica amministrazione. Il vero business di SPID è questo: uno Stato che grazie al digitale funziona meglio e costa meno.