Scoperto uno youtuber italiano che ha evaso un milione di euro in 5 anni, ci informa la Guardia di Finanza. Lui si chiama Stefano Lepri, in arte St3pny, con il 3 al posto delle e, ha 25 anni, è nato a Fiesole, sulle colline di Firenze, ed è una star dei videogame. Il suo canale YouTube ha tre milioni e 784 mila iscritti - non quattro milioni come scrivono in tanti per questa mania di arrotondare -; che seguono le sue avventure tra Minecraft e Fortnite. Oppure le imprese che fa con alcuni altri youtuber con cui ha creato il gruppo dei Mates: l’ultima, quattro giorni fa, è un video in cui fanno un duello fra fucili che sparano aria e quelli che sparano vernice colorata per sfasciare una anguria (è già oltre le 600 mila visualizzazioni).
Non ci sono solo i banner pubblicitari. Molti si abbonano al canale: gli “aiutanti” pagano 2,99 euro al mese; gli “88 gang” 4,99; i “wilsonauti” 9,99, quasi quanto un abbonamento al New York Times, ma in cambio hai un saluto live di St3pny in persona e l’accesso ad una chat riservata.
Insomma questa piccola operazione della Guardia di Finanza (i grandi evasori sono altri, e in un paese come il nostro con una evasione fiscale da record mondiale, tratterrei l’indignazione per un ragazzo) ci consente di parlare di un fenomeno assoluto che cresce ogni giorno. La notizia, va detto, sembra assai imprecisa: St3pny non ha evaso tasse per un milione di euro, ma Iva per 400 mila euro; in più non ha dichiarato 600 mila euro di redditi in cinque anni, che in termini di tasse equivalgono a circa 200 mila euro.
Ma mi rendo conto che sparare un milione nei titoli sia molto più figo. Dalla vicenda emergono alcuni dati da annotare: lo youtuber (ma lui non vuole farsi chiamare così, preferisce “creator”, creatore, una cosa che assomiglia a dio volendo, ma che in realtà pone l’accento sul fatto che questi ragazzi sono creatori di contenuti a prescindere dalla piattaforma), insomma il numero uno italiano guadagna in media 10 mila euro lordi al mese con un mestiere che fino a qualche anno fa non solo non esisteva ma non era nemmeno immaginabile. Al punto che esistono apposite agenzie che gestiscono (male) questi ragazzi, incassando i ricavi e girando loro una percentuale. Ho detto male perché già che c’erano avrebbero potuto dire al ragazzo che le tasse in Italia, anche se non lo fanno tutti, si pagano.
La seconda cosa che va annotata - l’ha scoperta Fanpage - è che la Finanza non ha denunciato il baby evasore ma gli ha fatto solo una multa in considerazione del fatto che fra le fattispecie di lavoro autonomo, il lavoro di St3pny non era previsto. Ora c’è: lo youtuber è ufficialmente una professione e, speriamo, un contribuente.
In un commento diffuso alla stampa, St3pny scrive: "A differenza di cosa urlano i titoli dei giornali, io ho sempre pagato le tasse in buona fede, altrimenti sarei alle Cayman in Ferrari. Che poi, dovrei essere veramente stupido a non pagare le tasse dal momento che tutto ciò che riceviamo ci arriva dal Web. A seguito di vari incontri con la Guardia di Finanza in cui ho cercato di raccontare il mio lavoro, a loro in parte sconosciuto, è emerso da una loro interpretazione che il modo in cui ho pagato le tasse fosse da rivedere. Se ci sarà da rimediare a un pagamento sarà fatto in modo molto sereno con la speranza che il mestiere dello youtuber venga regolamentato presto, in modo da evitare complicazioni per tutta la categoria. Ora ci sono io sui titoloni, ma ci sono tantissimi youtuber che stanno facendo questi incontri con la Guardia di Finanza per inquadrare la situazione. Aggiungo uno spunto nato dalle parole di uno dei pochi articoli che ha riportato la notizia senza approfittarsene: "sparare 1 milione di euro nel titolo fa molto più figo che raccontare realmente come stanno i fatti". Io ora torno a fare quello che mi piace - conclude il creator St3pny - e che mi riesce bene: fare video".