Visto che i giovani non ne vogliono sapere di usare Facebook, e visto che molti limitano la loro vita social ai messaggi di Whatsapp infischiandose dei post, Mark Zuckerberg, che di Facebook è il capo e fondatore, e che nel tempo si è comprato Instagram e Whatsapp, ha deciso di percorrere la strada più facile per evitare che Facebook tra un po’ diventi un posto mesto e rissoso come l’isola dei famosi: unire Facebook a Instagram e Whatsapp. Unire le piattaforme, lasciando separati i servizi, le app. Lo sostiene il New York Times in un lungo reportage che non è stato smentito, anzi Facebook alla BBC ha confermato la sostanza dicendo che “siamo all’inizio di un lungo processo”.
Il processo è partito, insomma, e l’obiettivo è creare un’unica piattaforma globale di messaggistica che già oggi conterebbe quasi tre miliardi di persone. Dal punto di vista tecnologico realizzare questa fusione non è banale: ci vorrà almeno un anno, secondo alcuni anche di più. Alla fine apparentemente per noi utenti non cambierà nulla, ma in realtà cambierà moltissimo. Ed è bene dirselo subito, oggi, nella Giornata mondiale della tutela dei nostri dati personali, il Data Privacy Day.
Perché se davanti continueranno ad esserci tre app distinte, dietro non ci sarà solo un’unica infrastruttura tecnologica, ma soprattutto una sola gestione dei dati degli utenti. Mi spiego. Invece di tre target, molto diversi per età e abitudini, saremo un’unica gigantesca audience, praticamente quasi un abitante della Terra su due, perfettamente profilati nelle nostre abitudini e gusti come destinatari di messaggi pubblicitari. Dal punto di vista industriale ha molto senso, ma la concentrazione di potere che si avrebbe nelle mani di Mark Zuckerberg sarebbe immensa. E. anche a prescindere da alcuni recenti disastrosi precedenti del giovane capo dei social, mi sembra una pessima idea.