Uno dei vincitori assoluti dell’estate 2018 sul fronte della tecnologia è una app che viene da lontano: dall’anno 2000. Parliamo di TripAdvisor, che è anche difficile definire esattamente cos’è: è anche un social network (visto che gli utenti sono invitati a convidere like e commenti); è anche un sito per prenotare hotel e ristoranti; è anche un sito per informarsi. È soprattutto il sito numero uno quando si tratta di viaggiare. Quando in viaggio arrivo in un posto nuovo la prima cosa che faccio è aprire TripAdvisor e vedere cosa c’è di bello attorno a me. Ogni mese 456 milioni di persone fanno lo stesso: parliamo di un abitante del pianeta terra ogni sedici.
La forza di TripAdvisor sono le recensioni degli utenti, degli altri viaggiatori. Quando nacque in realtà era un aggregatore delle recensioni delle guide turistiche; solo nel febbraio del 2001 il fondatore Stephen Kaufer aprì come esperimento una sezione dedicata alle recensioni dei viaggiatori. La prima fu per un motel del Massachussets, a Cape Cod. Ben presto Kaufer si rese conto che gli utenti preferivano le recensioni di altri utenti rispetto a quelle firmate dalle grandi guide turistiche.
Questo fenomeno oggi ci appare normalissimo ma allora doveva essere rivoluzionario: uno dei primi sintomi della cosiddetta fine della competenza e degli esperti sancite dal web. Da lì TripAdvisor ha preso il volo: 5 milioni di visitatori al mese nel 2004, 50 milioni nel 2011 fino ai giorni nostri in cui l’azienda, nonostante qualche scossone in Borsa, è valutata sette miliardi di dollari. La forza sono ancora le recensioni, ce ne sono oltre 660 milioni, per praticamente ogni posto sulla Terra, in qualche caso anche per luoghi immaginari come il Grand Hotel Budapest o l’Hotel Transilvania gli omonimi film, che pure hanno delle recensioni con sopra l’avvertenza “non provate a prenotare una stanza, non esistono”.
Naturalmente il tema delle recensioni fasulle, le fake reviews esiste e ha creato non pochi problemi a chi gestisce la piattaforma: del resto una stroncatura su TripAdvisor rischia di compromettere il fatturato di un ristorante o di un bar. Epperò le persone continuano ad usarlo, perché, credo, abbiamo imparato a distinguere le recensioni vere da quelle false, abbiamo capito che se un locale ha 100 lodi e una stroncatura, quella stroncatura non vale; e se un altro ha una sola recensione entusiasta, forse se l’è scritta da solo chi gestisce il locale. Il vero pericolo viene da Instagram: molti giovani preferiscono fidarsi di una foto.