Whatsapp vietato ai minori di 16 anni in Europa è la notizia del giorno, ma probabilmente anche di più per quello che riguarda la tecnologia. Avete capito bene: se avete meno di 16 anni non potrete più usare Whatsapp senza autorizzazione dei genitori. Colpa o merito, dipende dai punti di vista, del GDPR, di cui in questo spazio ci siamo occupati spesso per dire che sarà l’inizio di una nuova Internet. Si tratta del complesso di regole che l’Unione europea ha scelto per proteggere la privacy degli utenti online, l’uso del nostri dati. Va in vigore il 25 maggio e prevede fra le altre cose cose che uno non possa usare servizi che prevedano la raccolta dei propri dati personali se ha meno di 16 anni. Ecco perché Facebook nei giorni scorsi ha fatto sapere che per chi ha fra 13 e 15 anni servirà l’autorizzazione di un genitore. Ecco perché oggi Whatsapp pubblica le sue nuove regole alzando a 16 anni l’età minima per usare la più popolare e trasversale app di messaggistica. Fondata nel 2009 e comprata da Facebook cinque anni dopo per 19 miliardi di dollari, Whatsapp è usata - parecchio - da un miliardo e mezzo di persone. Mettere alla porta i giovanissimi è una svolta molto netta, che può apparire esagerata ma che può servire a far sì che l’uso del telefonino non venga limitato ma venga fatto con minore superficialità. Sappiamo davvero cosa succede quando andiamo su Internet? Quali dati personali vengono raccolti su di noi? Che uso ne viene fatto? Sappiamo cosa vuol dire condividere un contenuto sui social? Che conseguenze può avere? La GDPR per i giovanissimi rimette tutte le autorizzazioni nelle mani dei genitori. Vietare Whatsapp sarà difficile, e probabilmente sbagliato. Ma sarebbe ugualmente sbagliato perdere questa occasione per parlare con i nostri figli, per spiegare loro che Internet è un’arma formidabile, ma con le armi ci si può anche fare male. E quindi va usato con cura.