Cosa sa Google di noi? Tutto, si dice di solito. Ma cosa vuol dire tutto? In questo clima di recupero della propria sfera personale che per anni abbiamo distrattamente regalato in cambio di servizi online molto fighi, un cronista del Guardian ha provato a scoprire cosa sa davvero Google. Quello che segue è un elenco.
Google sa dove siamo stati. Sempre. Anche quando non abbiamo attivato la localizzazione, basta aver acceso il telefonino. In rete da qualche parte c’è una mappa con tutti i nostri spostamenti da anni a questa parte: guardarla dà un senso di smarrimento perché Google sa pure a che ora ci siamo andati in ogni posto e in qualche caso anche con chi. Google naturalmente ricorda tutte le ricerche che abbiamo fatto online, anche quelle che abbiamo cancellato sul telefonino a volte restano sul pc e viceversa.
Google conosce tutte le app che usiamo, quanto e quando le usiamo, e con chi interagiamo. Google sa quali video abbiamo visto su YouTube (che fa parte dello stesso gruppo societario, Alphabet) e da questo può capire un sacco di cose: cosa ci piace, cosa non ci piace e come stiamo. A partire da tutte queste informazioni Google infine ha un nostro profilo aggiornato in tempo reale che utilizza per offrirci come target a chi vuole fare pubblicità mirata; e quindi di noi sa sesso, età, hobby, carriera, lavoro, interessi, situazione familiare, peso, probabile reddito; oltre agli appuntamenti che abbiamo avuto e segnato su Calendar, per non parlare delle email se abbiamo usato gmail.
Google sa tutto, ma davvero tutto. Sa persino cose che avremmo preferito dimenticare, o cancellare o che pensiamo di aver cancellato ma che sono lì. Ciascuno di noi può verificarlo: basta andare su google.com/takeout. Ne viene fuori una mole di documenti che equivale a circa tremila pagine in formato word. Google sa tutto di noi. Come se fosse dio. Ma quando abbiamo scelto di aderire a questa nuova religione? E ci sentiamo a nostro agio sapendo che da qualche parte c’è qualcuno che mantiene un archivio della nostra vita? E se finissero in mani sbagliate? E queste sono giuste? Se fosse uno Stato diremmo che è uno Stato di polizia. Ma è Google, e Google così assomiglia a un dio. Non l’unico. L’altro si chiama Facebook.