In Norvegia gli studenti hanno una app, Hold, che li premia quando non usano il telefonino. Hold vuol dire trattenersi, attendere, resistere. Resistere alla tentazione di consultare continuamente i nostri social per esempio. Non ci sono punizioni per chi usa lo smartphone senza limiti, ma se lo stacchi per almeno venti minuti di fila guadagni punti con cui incassi dei premi, da semplici biglietti del cinema fino a viaggi intorno al mondo.
L’idea ha avuto finora un notevole successo: in Norvegia la app la usano volontariamente quasi la metà degli studenti, il 40 per cento, al punto che i fondatori, un gruppo di giovani non dei vecchi babbioni, dopo la Svezia e la Danimarca stanno per sbarcare nel Regno Unito. Il telefonino che ti premia quando non lo usi arriva in un momento in cui il dibattito è arrivato al suo punto di svolta: qualche giorno fa due importanti azionisti hanno invitato la Apple a fare qualcosa per evitare che i bambini diventino troppo dipendenti dall’iPhone, e appelli dello stesso tenore sono arrivati dal mondo di Facebook rivolti a Mark Zuckerberg.
Mentre la Francia di Macron li ha appena banditi dalle scuole allineandosi a molti altri paesi. Nel frattempo in assoluta controtendenza in Italia il ministero dell’Istruzione oggi presenta la linee guida di un gruppo di esperti che propongono di superare il divieto di usare il telefonino in classe sancito da una circolare del 2007. Di che si tratta? Di indicazioni di assoluto buon senso come “accettare il cambiamento tecnologico”, “dotarsi di un regolamento di istituto” “chiarire cosa si può fare e cosa no” “consentirne l’uso solo per uso didattico” “disabilitare le notifiche” e “utilizzare il wifi” (magari ci fosse). Il problema con i telefonini però non è più solo consentirne l’uso didattico quanto piuttosto imparare a farne a meno qualche volta; mentre oggi uno studente su due dichiara di vivere connesso 24 ore al giorno.