Se più tardi io vado su Twitter e minaccio qualcuno, minaccio di fargli male in qualche modo, il mio messaggio teoricamente viene rimosso e il mio account sospeso. Se invece sono il presidente degli Stati Uniti e minaccio di scatenare una guerra nucleare, o di bombardare un paese o spazzarne via il capo e i suoi accoliti, quel tweet resta in rete perché quel contenuto ha un valore, fa notizia. Insomma non sarà Twitter a bannare Donald Trump, a cacciarlo dalla rete, sebbene ogni volta che @realdonald esagera, quasi ogni giorno per la verità, negli Stati Uniti parta una raccolta di firme per far sì che Twitter intervenga.
Just heard Foreign Minister of North Korea speak at U.N. If he echoes thoughts of Little Rocket Man, they won't be around much longer!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 24 settembre 2017
L’ultima occasione è stato il discorso alla Nazioni Unite del ministro degli Esteri nord coreano, domenica scorsa, quello in cui dava a Trump del vecchio rimbambito più o meno. Ebbene Trump ha risposto, naturalmente su Twitter, che come è noto è di gran lunga il suo social network preferito, dicendo che il ministro degli Esteri, e il dittatore Kim Jong-un, che Trump chiama sprezzantemente Little Rocket Man, “non saranno in giro ancora per molto”. Un tweet interpretato da molti, compresi i nord coreani, come una dichiarazione di guerra. Si può dichiarare la guerra su Twitter? Teoricamente no, dicono le regole che tutti noi accettiamo con un clic distratto quando ci iscriviamo al social network.
Ma adesso la direzione di Twitter è intervenuta per spiegare che le regole vanno capite, vanno interpretate, e che insomma se il presidente degli Stati Uniti minaccia la guerra con un tweet, quella è una notizia che non si può censurare né punire. La cosa purtroppo ha un senso: il tempo in cui le dichiarazioni di guerra si affidavano agli ambasciatori e magari viaggiavano per qualche giorno prima di raggiungere il destinatario, è definitivamente finito. E sarebbe stato davvero paradossale se Twitter avesse bloccato il presidente degli Stati Uniti. Anche se un linguaggio così violento usato da uno degli uomini più potenti della terra difficilmente creerà un mondo migliore; e anche se sarà molto più difficile bloccare gli altri messaggi violenti che proliferano in rete visto che in qualche modo “fanno notizia”.