Ora che il Nobel per la Fisica 2017 è andato ai tre scienziati che hanno scoperto le onde gravitazionali, e che anche l’Italia festeggia per il ruolo importante che l’Istituto nazionale di fisica nucleare ha avuto grazie alle strumentazioni realizzate e ai fisici che le hanno utilizzate, è bello ricordare la storia di Marco Drago. Ha 34 anni, è un ricercatore, è nato a Padova dove ha studiato fino alla laurea e poi si è trasferito in Germania per gli studi di dottorato al celebre Max Plank Institute. Ed è il primo uomo ad aver “visto” le onde gravitazionali.
Quel 14 settembre 2015 quando per la prima volta è stato individuato il segnale che l’umanità attendeva da 99 anni, da quando Albert Einstein ne aveva previsto l’esistenza, quella mattina Marco Drago era nel suo laboratorio ad Hannover. Era al telefono con un collega italiano, ha raccontato dopo, quando gli strumenti hanno rilevato qualcosa di molto strano. Erano le 11 e 50 minuti e 45 secondi del mattino. Drago lì per lì ha pensato che qualche collega avesse iniettato nel sistema un falso segnle per testare le macchine, una procedura abituale. Ma quel giorno i sistemi di iniezione non erano ancora attivi, i macchinari erano da poco stati fatti ripartire dopo un investimento di oltre 200 milioni di dollari che era durato 5 anni. E quindi alla email che Drago mandò un’ora dopo per sincerarsi che non fosse stato un test, la risposta fu negativa. Mai una risposta negativa forse ha suscitato tanto entusiasmo nel mondo scientifico.
Ora che tutti celebrano i tre scienziati che hanno scoperto le onde, il mio pensiero va a questo ricercatore italiano di stanza in Germania che si è trovato un giorno davanti alla visione di Albert Einstein. E ha mandato una email a casa, ai suoi genitori, per dire: mamma, papà, sono stato il primo. E che quando gli hanno chiesto di spiegare in parole facili cosa è accaduto, ha trasformato la scienza in una favola e ha detto: “Vi voglio raccontare una storia che è iniziata un miliardo a duecento milioni di anni fa. E’ la storia d’amore di due buchi neri che per milioni e milioni di anni hanno girato uno attorno all’altro avvicinandosi sempre più fino al momento in cui si sono scontrati formando un singolo buco nero. E da questo incontro si è generata una potentissima onda gravitazionale. Che ha viaggiato nel tempo e nello spazio fino ad arrivare a noi. E noi l’abbiamo vista. E ora che le abbiamo trovate possiamo giocare con le onde gravitazionali, tornare indietro nel tempo e capire un po’ di più come è funziona l’amore”. E come è nato l’universo.
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