Mercoledì pomeriggio, mentre il professor Giuseppe Conte saliva al Quirinale per ricevere l’incarico di formare “il governo del cambiamento”, mezza Silicon Valley era a Parigi, all’Eliseo, a parlare con Emmanuel Macron, il presidente che nel ritratto ufficiale ha posato con due iPhone. C’era il capo di Facebook Instagram e Whatsapp Mark Zuckerberg reduce dal difficile incontro con i parlamentari europei a Bruxelles; l’amministratore delegato di Microsoft Satya Nadella; la presidente di IBM Ginni Rometty; l’amministratore delegato di Uber Dara Khosrowshahi. In tutto erano una sessantina i tech leader presenti che da oggi fino a sabato partecipano ad una fiera con un titolo che è già un manifesto, Viva la Tecnologia, di cui dovremmo ricordarci quando in Italia spacciamo i nostri eventi come i più grandi eventi europei.
Il summit non è nato per caso: esattamente un anno fa Macron è stato eletto alla presidenza della Repubblica francese con una agenda che puntava tutto sull’innovazione e sulla promessa di far diventare la Francia una startup nation, un paese dove per i giovani fosse facile lanciarsi in nuove imprese tecnologiche e trovare i capitali per provare ad avere successo. E’ presto per fare un bilancio e non sono certo gli eventi il metro di una strategia politica che funziona, ma i numeri sì.
IBM mercoledì ha annunciato che assumerà 1800 esperti in intelligenza artificiale in Francia entro due anni; Facebook e Google hanno detto che si preparano a dirottare i loro team da Londra a Parigi; i tedeschi di SAP e gli americani di Salesforce investiranno 2 miliardi di euro ciascuno in ricerca e sviluppo sempre in Francia. In tutto ciò il capitale di rischio per le startup è passato da 255 milioni di euro a 2.7 miliardi in tre anni, portando la Francia al primo posto europeo (noi siamo ultimi o giù di lì). Sono fatti non slogan, sono un esempio concreto e fattibile di cosa significhi davvero guidare un governo del cambiamento. Non si tratta di copiare Macron, che non è perfetto, e l’Italia non è la Francia, abbiamo le nostre specificità. Ma se vogliamo un futuro migliore per i nostri figli la strada non sono i muri e le pistole, la strada è solo una: l’innovazione.