C’è qualcosa di romantico nella notizia che la mongolfiera, la cara vecchia mongolfiera che ha oltre due secoli di storia, ha sconfitto i droni. E’ il passato che vince sul futuro ed accade in casa in una delle aziende che il futuro lo stanno costruendo ogni giorno: Google. Si apprende così che X, il nome della società che gestisce i progetti speciali di Google, i cosiddetti “colpi di luna, i moonshots”, ha deciso di chiudere il progetto per la costruzione di un drone ad energia solare per portare la rete Internet nelle zone più isolate del pianeta. Lo ha chiuso non perché sia cambiato l’obiettivo, Internet per tutti nessuno escluso, ma perché allo stato dell’arte viene considerata più promettente la tecnica delle mongolfiere. Una rete di mongolfiere che funzionino come dei giganteschi hot-spot wifi, si può dire semplificando.
Il progetto dei droni era partito nell’aprile del 2014 con l’acquisto di una società in New Mexico, la Titan Aerospace. Spettacolari le prime immagini di questo gigantesco airone elettronico in silenzioso volo sopra le nubi grazie all’energia del Sole. Ma fatti i test si è capito che il progetto non sta in piedi. Del resto anche un analogo progetto di Facebook, il progetto Aquila, sebbene inizialmente sia stato detto che aveva superato il primo test di volo, in realtà si è scoperto che è finito con un atterraggio maldestro che ha fatto perdere al drone un’ala.
In casa Google prosegue invece il progetto rivale, Loon, che punta a creare una rete di mongolfiere leggerissime. Una bella rivincita per un oggetto, la mongolfiera, che esiste da oltre due secoli. Il primo volo, con un pallone riempito di aria calda e passeggeri a bordo, avvenne a Parigi nel 1783, in piena rivoluzione francese, grazie ai fratelli Montgolfier, da cui il nome. La mongolfiera che batte il drone è come la tartaruga che batte la lepre: una fiaba. Speriamo che serva davvero a portare Internet e tutti. Quella sì sarebbe una vera rivoluzione.