Quando le cose sembra che vadano male, faremmo bene a ricordare che potrebbero andare peggio. Potrebbe piovere. Su Mark Zuckerbeg in questo momento grandina.
Solo un anno fa si muoveva come il prossimo candidato alla presidenza degli Stati Uniti; adesso non passa giorno senza che qualcuno si alzi e lo accusi di qualunque cosa, svelando piccoli e grandi misfatti.
Una recente indagine ha evidenziato che il morale dei dipendenti è a terra, la metà non crede più che l’obiettivo di Facebook sia creare un mondo migliore. Ma anche il morale del fondatore deve essere bassino.
Qualche giorno fa era atteso a Londra per essere ascoltato (o grigliato, come indica il verbo usato dai giornali inglesi), da una strana commissione formata dai parlamentari di nove Paesi. Tema: cosa Facebook fa, e soprattutto non fa, per prevenire il diffondersi di balle sui social e difendere le istituzioni democratiche.
9 countries.
— Digital, Culture, Media and Sport Committee (@CommonsCMS) 27 novembre 2018
24 official representatives.
447 million people represented.
One question: where is Mark Zuckerberg? pic.twitter.com/BK3KrKvQf3
Il giorno prima Zuckerberg ha fatto sapere che al suo posto ci sarebbe stato uno dei suoi tantissimi vice presidenti, un tal Richard Allan, membro della camera dei Lord britannica e per conto di Zuckerberg responsabile delle cosiddette “soluzioni politiche”; e questi commissari che hanno fatto? Hanno lasciato lo stesso il suo posto al tavolo dei relatori, con la sedia vuota, la targhetta con il nome e hanno scattato una foto crudele subito postata su Twitter: “9 paesi, 24 deputati, 447 milioni di cittadini rappresentati e una domanda: dov’è Mark Zuckerberg?”.
E’ scappato, era il messaggio. Il fatto che è non si può scappare in eterno anche perché il Parlamento britannico, attivando una procedura sconosciuta ai più, qualche giorno fa è riuscito a mettere le mani su documenti interni di Facebook sequestrandoli ad un piccolo partner, e questi documenti, la cui pubblicazione si attende nelle prossime ore, sarebbero una prova ulteriore che Zuckerberg sapeva dal 2014 delle manovre russe per alterare i risultati elettorali negli Stati Uniti e nel Regno Unito, sapeva e non ha fatto nulla.
Questo il quadro: ma la grandinata è arrivata a casa di Zuckerberg. A San Francisco. Dove Mark e la moglie Priscilla erano dei semidei, forti anche dei milioni di dollari versati per diverse cause benefiche. Beh in consiglio comunale è iniziato il dibattito per levare il loro nome dal principale ospedale della città, il “Priscilla Chan e Mark Zuckerberg San Francisco General Hospital”. E’ vero, ci hanno dato 75 milioni di dollari, è stata la giustificazione, ma sono coinvolti in troppi scandali. Se non cambia il clima, il 2019 non sarà una passeggiata.