Le previsioni erano unanimi. Doveva essere un’estate drammatica, l’estate del terrorismo, degli attentati negli stadi, della crisi economica che mordeva e delle spiagge vuote. Era iniziata così del resto, ricorderete il tragico concerto di Ariana Grande a Manchester (qui la meravigiosa serata organizzata dalla giovane artista in risposta all’attentato). E invece si sta rivelando una estate non ancora da boom economico, ma sicuramente col segno positivo (ultimi arrivati, i dati Istat sull’occupazione del 31 luglio). C’è la sicurezza anzitutto che sta funzionando. E poi il turismo in forte crescita. Il dato più impressionante riguarda Airbnb, il sito per affittarsi la casa o anche solo una stanza, lanciato nove anni fa a San Francisco da due ragazzi che non avevano i soldi per pagarsi l’affitto e misero un materasso in salotto per arrotondare. Iniziarono così. Oggi Airbnb è diventata una infrastruttura essenziale del turismo globale.
Complessivamente il numero di turisti che alloggiano in una casa trovata su AirBnb è raddoppiato dal 2016 (qui tutti i summer trends 2017). L’Avana, a Cuba, è cresciuta di quasi mille volte e nella top ten mondiale c’è anche un piccolo incantevole comune italiano, Lèvanto, cinquemila abitanti nel parco delle cinque terre in Liguria, dove gli arrivi sono cresciuti di oltre il 300 per cento. Nonostante i nostri cronici ritardi sul digitale, quando si parla di Airbnb l’Italia si riscatta: perché tutti sognano di fare una vacanza da noi e Airbnb offre una alternativa agli alberghi. Non si tratta solo di spendere di meno, anzi; spesso si tratta di fare una esperienza diversa, in una casa italiana.
Le prenotazioni degli stranieri vedono in testa Roma, Firenze e Venezia, ma sono in forte crescita, in media il 70 per cento, anche le prenotazioni degli italiani, e in questo caso la classifica cambia: Sardegna, Sicilia e Salento. Alcuni dicono che il successo di AirBnb in Italia è il segno della crisi: ci affittiamo casa per far quadrare il bilancio familiare. In qualche caso sarà pure così, ma io vedo invece l’aspetto positivo, di un paese che grazie al digitale amplia la sua offerta turistica, costringendo gli operatori tradizionali a fare uno sforzo per migliorare i servizi.