Il 30 settembre è passato un anno da quando in Italia è arrivato – dagli Stati Uniti - un commissario per il digitale. L’uomo del futuro, che dovrebbe portarci nel futuro. Diego Piacentini, 56 anni, 13 trascorsi alla Apple di Steve Jobs, 16 ad Amazon al fianco di Jeff Bezos, “ne regalo due al mio Paese” disse entrando nell’ufficio a palazzo Chigi, tutto stucchi arazzi e tappeti, lontanissimo dallo stile della Silicon Valley, ma almeno vicino a quello del premier. Un segno che su questi temi finalmente si fa sul serio.
Mai forse l’Italia ha avuto una persona così competente in quella posizione così delicata; e mai quelli che in questi anni si sono occupati a vario titolo di digitale hanno avuto tanto potere (è un commissario, può sostituirsi a un ministro inadempiente in teoria); tanti soldi da spendere (lui lavora gratis però) e la possibilità di farsi una squadra di campioni ben retribuiti. Il Team per la trasformazione digitale di palazzo Chigi è davvero una ottima Nazionale dell’innovazione.
E’ passato un anno e cosa è cambiato? Non si sa esattamente. Piacentini parla poco e questo è un bene dopo tanti annunci a vuoto, e quando parla gli chiedono sempre di com’era Steve Jobs, di cosa faceva con Bezos. Il passato. E invece è qui per portarci nel futuro. Far diventare l’Italia un Paese digitale, dove tutti i servizi del cittadino sono sul telefonino, a portata di clic. Le iscrizioni scolastiche, la dichiarazione dei redditi, i certificati di ogni tipo, le fatture: in realtà sono tutti progetti già partiti, prima di Piacentini, ma ancora slegati, sconnessi, e in qualche caso progettati male, troppo complicati e quindi non utilizzati.
Nella ricerca che il Censis ha condotto per l’Agenzia Italia e che viene presentata oggi a Capri con la ministra Marianna Madia, gli italiani si dicono ancora largamente insoddisfatti della pubblica amministrazione e quel che è peggio è che molti non si aspettano più granché da questi servizi digitali. Non ci credono più alla bacchetta magica. Tocca a Piacentini smentirli. E’ passato un anno, di poche parole; ne resta un altro che, ne siamo certi, sarà di moltissimi fatti. Comunque la si pensi politicamente, non si può non tifare per il Dream Team digitale (augurando buon lavoro ai tantissimi sviluppatori che questo weekend in tutta Italia lo trascorreranno a creare soluzioni ed app per la pubblica amministrazione). Anche perché se falliscono anche loro, ci resta solo il mago Otelma.