Vorrei partire da una vignetta, una striscia che gira in rete in queste ore. Si vedono Steve Jobs e Bill Gates che dialogano seduti in poltrona. Ora va detto che il defunto fondatore di Apple e il fondatore di Microsoft, ormai impegnato solo in progetti umanitari, ai tempi d’oro, negli anni ‘90, erano acerrimi rivali. Come Coppi e Bartali. Insomma la vignetta è questa: Steve Jobs esclama “Microsoft fa schifo!”, una frase che un periodo era un tormentone perché Microsoft, che dominava il mercato, era flagellata da piccoli e grandi problemi di software che spesso dovevi risolvere con il comando, divenuto leggenda, Ctrl Alt Canc. “Microsoft fa schifo!” attacca Jobs. E Gates replica con una parola di un’antica lingua indiana, il telugu, ancora oggi parlata da 60 milioni di persone, e che la settimana scorsa bloccava istantaneamente e per sempre gli iPhone. Infatti nell’immagine finale Jobs è sparito e Gates sorride sornione.
Che sta succedendo alla Apple? L’incidente con il telugu è solo l’ultimo di una serie sorprendentemente lunga di problemi (qui e qui un elenco dettagliato) registrati in poche settimane. Per citare i più eclatanti, c’è il caso di quegli iPhone X che non attivano subito il tasto per rispondere ad una telefonata in arrivo (non male per un apparecchio da oltre mille euro); c’è quel signore che in Florida ha documentato la misteriosa esplosione dei costosissimi auricolari senza fili; c’è il giallo del centro assistenza Apple in California da cui in quattro mesi sono partite per sbaglio oltre 1600 telefonate al 911, il numero delle emergenze. E naturalmente come dimenticare lo scandalo della durata delle batterie degli iPhone, che si riduce automaticamente quando installi il nuovo sistema operativo, scandalo che ha costretto la Apple ha offrire a tutti i clienti un ricambio di batteria scontatissimo - da cui però è nato il caso dei ritardi nei ricambi. E poi c’è l’esilarante test che il Washington Post ha fatto a HomePod, l’assistente vocale con cui Apple sfida Google e Amazon. Si tratta di un cilindro animato dall’intelligenza artificiale di Siri. Ora io con Siri non riesco a parlare ma pensavo fosse un problema di lingua. In inglese andrà da dio. Ma non è così: quando il giornalista ha chiesto di mandare un messaggio per sapere “quando arriverai?”, HomePod ha scritto “quando sarai gay?”.
Ci sarebbe da ridere se non parlassimo dell’azienda più capitalizzata del mondo e che è cresciuta puntando tutto sulla qualità eccelsa dei suoi prodotti. La qualità è più importante della quantità, diceva Steve Jobs prima del lancio dell’iPhone. Quando vendi oltre 200 milioni di iPhone l’anno, però, l’asticella della qualità è molto alta. Per essere chiari: io non credo che si possa già dire che "un bug al giorno leva la Mela di torno", la Apple resta un modello, ma nei prossimi mesi urge un recupero.