Il 10 febbraio 1996 DeepBlue, un supercomputer della IBM, fu il primo a battere in una partita singola il campione del mondo di scacchi in carica: il leggendario Garry Kasparov vinse però tre incontri, pareggiandone due e il risultato finale di 4 a 2 fu a suo modo storico perché quella è stata l’ultima vittoria di un campione del mondo di scacchi contro un computer.
L’anno dopo Deep Blue si ripresentò al tavolo della sfida e questa volta per Kasparov non ci fu nulla da fare. Kasparov lì per lì si infuriò, ma in quella rabbia c’era soprattutto la frustrazione dell’umanità che si vedeva sorpassare da una macchina non più solo sul piano della forza fisica, ma su quello dell’intelligenza.
Anni dopo ripensando a quella sconfitta Kasparov dirà che da allora i computer si sono evoluti al punto che anche l’ultima applicazione di scacchi che abbiamo nel telefonino oggi batterebbe il campione di scacchi in carica. E’ una questione di memoria e potenza di calcolo: in fondo basta caricare sul computer decine di migliaia di partite e tutte le varianti possibili e lui vince. Adesso non serve più neanche quello.
Google nell’ambito del progetto DeepMind ha inventato AlphaZero che ha imparato da solo a giocare a scacchi in quattro ore a partire dalle regole, e ha battuto il campione del mondo in carica dei computer, Stockfish, senza perdere una sola volta in cento partite. La differenza con il passato è abissale anche perché fin qui i computer giocavano basandosi su partite memorizzate giocate da umani, invece per AlphaZero è un mondo nuovo che affronta calcolando 80mila posizioni possibili al secondo.
Naturalmente subito in tanti sono corsi a dire che è imminente l‘era in cui i computer e i robot, e in generale l’intelligenza artificiale, comanderanno il mondo. Ma va chiarito che vincere a scacchi è molto diverso da capire, affrontare e risolvere i problemi della vita reale che quasi mai si possono ridurre a 64 caselle bianche e nere e trentadue pezzi.
È però vero che questa straordinaria capacità di calcolare le varianti di problemi complessi a partire dai dati, apre la strada ad un’epoca in cui sempre più le decisioni andranno prese a partire dai dati. Chi non lo farà non avrà scuse per le inevitabili sconfitte.