"Certamente il voto in Sicilia non aiuta la partita sullo Ius Soli", osservano fonti parlamentari del Pd. E anche nel governo si sottolinea che con lo sfilacciamento dei centristi portare in Aula il provvedimento sulla cittadinanza ai minori stranieri sarà ancora più complicato. Non è un caso che tra i temi sul tavolo della direzione del Pd del 13 novembre figuri la proposta di legge sui vitalizi e non lo ius soli.
Renzi ha evitato di parlarne anche alla conferenza programmatica di Napoli, sottolineando però che la proposta Pd resta comunque attuale e che sarà il governo a decidere sul da farsi. Il premier Gentiloni da tempo ha inviato segnali sulla necessità di provare ad arrivare al sì della legge a palazzo Madama, sui numeri sta lavorando sotto traccia il capogruppo dem Zanda. Ora però c'è da portare avanti la partita sulla legge di Stabilità, con la preoccupazione che il voto in Sicilia possa causare conseguenze anche sull'iter della manovra e dare maggiore spinta all'assalto alla diligenza.
Di sicuro sullo ius soli si registra un irrigidimento ancora maggiore in Alternativa popolare. "Anche chi aveva manifestato disponibilità a discuterne ora si ricrederà subito", profetizza un senatore centrista. Il 'fronte del no' allo ius soli punta ad allargare il campo anche nelle fila di Gal e di Ala.
Uscire dal governo non è più un tabù
La disfatta siciliana ha provocato nuove frizioni in Ap che terrà per l'11 novembre l'assemblea programmatica. "Bisogna cambiare rotta e discutere anche dell'uscita dal governo", dice Formigoni. Anche altri senatori non nascondono il malessere per le scelte fatte dal partito sull'isola. Scelte che però Alfano rivendica. "Nessun rimpianto", dice il leader di Ap.
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L'11 novembre una parte dei parlamentari centristi chiederà ai vertici di lavorare per l'approdo nel campo del centrodestra. "Alfano magari potrebbe candidarsi nel proporzionale in Sicilia", azzarda uno dei malpancisti di Ap. Ma è lo stesso ministro degli Esteri a rimarcare come "la percentuale siciliana è superiore alla soglia di sbarramento nazionale che è del 3 per cento, a differenza di quella regionale che è del 5%". "Da oggi, avremo modo di consolidarci laddove abbiamo dimostrato di avere consenso e di organizzarci per colmare i vuoti che queste elezioni hanno evidenziato", la promessa di Alfano.
Renzi da mesi ha aperto un canale con i centristi per un'alleanza organica alle elezioni. Argomento finito anche sul tavolo dell'incontro che si è tenuto sabato tra lo stesso ex premier e Casini. Ma molte anime dem continuano a ritenere un errore il patto siglato con Ap in Sicilia. "Ci ha fatto perdere voti, non dobbiamo fare lo stesso errore alle Politiche", dice un esponente dell'area orlandiana.