La parte finale del discorso di Conte di martedì mattina al Senato ("siamo disponibili a valutare in corso d'opera l'apporto di gruppi parlamentari che vorranno condividere il nostro cammino e aderire al contratto di governo"), dalle forze dell'opposizione è stata interpretata come una mano tesa a Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni ha chiarito che è fuori dalla maggioranza ma la decisione di astenersi al voto di fiducia sull'esecutivo viene valutata da Pd e FI come l'anteprima di un possibile ingresso.
La partita delle Commissioni
"Vedremo cosa succederà", spiega Ignazio La Russa. Il ragionamento è che l'apporto di Fdi potrebbe arrivare qualora la convergenza dovesse servire a far sì che il governo sia a trazione leghista e non pentastellata. La linea è dettata dalla presidente di Fdi: "Valuteremo di volta in volta". Ma i senatori soprattutto di FI pongono un interrogativo: "Nella partita sulle commissioni Fdi verrà annoverata tra le forze di maggioranza o di opposizione?". Sul tavolo, sussurra più di qualche esponente azzurro, potrebbero esserci alcune presidenze, come quella della Difesa alla Camera e delle Politiche comunitarie al Senato.
"Hanno aperto le liste di reclutamento", è l'analisi di Casini. I senatori a vita Monti e Cattaneo hanno già fatto intendere di potersi astenere. I numeri per la fiducia sono sicuri ma potrebbero crescere mentre sono in corso le trattative all'interno del governo sui viceministri, sui sottosegretari. Trattative che potrebbero comprendere anche le nomine degli enti di Stato e della Rai e che verranno concluse solo dopo il ritorno di Conte dal Canada. "La verità - accusano dal Pd - è che vogliono prendersi tutto".
Le reazioni dell'opposizione
Questa mattina già ci sono state scaramucce in Aula tra esponenti dem e quelli dei Cinque stelle. "Il discorso di Conte è una pietra tombale sulla rivoluzione liberale di FI", nota Brunetta di FI mentre il senatore azzurro sottolinea che "il manifesto di Conte è molto più giallo che verde". Ma all'interno del centrodestra si rimarcano anche i punti positivi emersi dall'intervento del neopresidente del Consiglio. La Russa per esempio considera il discorso di Conte "didascalico e banale" ma osserva come il giurista abbia dimostrato una certa dose di moderazione: "Sembra - azzarda - un Gentiloni del centrodestra...".
Ai partiti dell'opposizione non è' piaciuto il passaggio finale dell'intervento, quella volontà di rimarcare che verranno garantiti i diritti di chi non è maggioranza. "Ma quei diritti sono garantiti dalla Costituzione...", spiega un senatore del Pd. "La verità - spiega un senatore centrista - è che M5s e Lega vogliono occupare lo Stato. Dicono che lo Stato ora sono loro. E' un pensiero pericoloso". Mugugni in Aula ma anche applausi quando il premier ha fatto un accenno al migrante ucciso due giorni fa in Calabria. Con la presidente del Senato Casellati intenta a placare gli animi.